La Pasqua: racconti, poesie, filastrocche, utili per gli iter educativo - didattici.

Eccovi una serie di link che affrontano il tema della Pasqua. Non è detto che non possano risultare utili per l'elaborazione di percorsi educativo - didattici di vario tipo. Per ordine cronologico: "Gesù" di Giovanni Pascoli "Pasqua" di Ada Negri Racconto pasquale: "Aria di Pasqua" di Giovanni Verga "Alleluja" di Angiolo Silvio Novaro "Resurrezione" di Alessandro Manzoni "La domenica dell'ulivo" di Giovanni Pascoli "Pasqua" di Giovanni Gozzano Racconto di Pasqua: "La leggenda della passiflora". "Il pianto della Madonna" di Angiolo Silvio Novaro Fiaba antica: "Il drago e l'uovo di Pasqua "Dall'uovo di Pasqua" di Gianni Rodari "Pasqua" di Gianni Rodari Cronaca delle vacanze pasquali Decodificare un racconto: "Felici come una Pasquetta" Racconto di Pasqua con schema di lavoro: "Il coniglio Pasqualino

La descrizione del papà

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Il mio papà

Sento dei passi sulle scale, subito corro a vedere se arriva mio papà perché so che non prende mai l'ascensore.
Sono molto contenta perché lui in casa non c’è quasi mai siccome fa il medico.
Mio papà è di corporatura normale, ma ha un po’ di p ancia: è per questo che io e la mamma lo prendiamo sempre in giro. E’ di altezza media; il viso è tanto paffuto che certe volte mi ricorda quello di un bambino piccolo. Gli occhi sono di colore marrone scuro molto espressivi e rivelano subito il suo stato d’animo: sono comprensivi e dolci. Il naso è regolare, molto proporzionato rispetto al suo viso e la bocca è piccola con labbra sottili. Porta sempre i capelli cortissimi che sono di colore nero con qualche sfumatura bianca.
Mio papà è calmo, è difficile che s’arrabbi e mi sgrida solo quando le combino proprio grosse. E’ molto disponibile perché alla sera anche se è stanco, appena finisce di mangiare, gioca subito con me a scacchi o a carte; quando mi insegna uno sport o un gioco è molto paziente perché mi spiega le cose con chiarezza e se non le capisco me le ripete.
Io e mio papà stiamo tanto bene insieme, mentre siamo intenti nel gioco si sente “ Drin, drin”; è il telefono che squilla. Io spero sempre che sia un mio amico o un’amica di mia mamma, ma con grande dispiacere scopro tutte le volte che è un paziente di mio papà: dobbiamo interrompere il gioco e purtroppo anche metterlo via perché papà deve uscire. Io delusa torno in camera mia o in cucina con mia mamma.
Insomma, vorrei che mio papà avesse più tempo per stare con me, anche se capisco che il suo lavoro è indispensabile per la vita di tutti

Tratto dal libro “Il maestro sembra un clown” edizioni CEI Imperia 1996.


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