La descrizione del papà
Il mio
papà
Sento
dei passi sulle scale, subito corro a vedere se arriva mio papà perché so che
non prende mai l'ascensore.
Sono
molto contenta perché lui in casa non c’è quasi mai siccome fa il medico.
Mio
papà è di corporatura normale, ma ha un po’ di p ancia: è per questo che io e
la mamma lo prendiamo sempre in giro. E’ di altezza media; il viso è tanto
paffuto che certe volte mi ricorda quello di un bambino piccolo. Gli occhi sono
di colore marrone scuro molto espressivi e rivelano subito il suo stato
d’animo: sono comprensivi e dolci. Il naso è regolare, molto proporzionato
rispetto al suo viso e la bocca è piccola con labbra sottili. Porta sempre i
capelli cortissimi che sono di colore nero con qualche sfumatura bianca.
Mio
papà è calmo, è difficile che s’arrabbi e mi sgrida solo quando le combino
proprio grosse. E’ molto disponibile perché alla sera anche se è stanco, appena
finisce di mangiare, gioca subito con me a scacchi o a carte; quando mi insegna
uno sport o un gioco è molto paziente perché mi spiega le cose con chiarezza e
se non le capisco me le ripete.
Io e
mio papà stiamo tanto bene insieme, mentre siamo intenti nel gioco si sente “
Drin, drin”; è il telefono che squilla. Io spero sempre che sia un mio amico o
un’amica di mia mamma, ma con grande dispiacere scopro tutte le volte che è un
paziente di mio papà: dobbiamo interrompere il gioco e purtroppo anche metterlo
via perché papà deve uscire. Io delusa torno in camera mia o in cucina con mia
mamma.
Insomma,
vorrei che mio papà avesse più tempo per stare con me, anche se capisco che il
suo lavoro è indispensabile per la vita di tutti
Tratto
dal libro “Il maestro sembra un clown” edizioni CEI Imperia 1996.
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