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La festa della mamma: racconti, descrizioni, poesie e filastrocche, leggende.

E' sicuramente una delle feste più amate dai bambini e dai loro genitori: un'occasione per comunicare alla mamma tutto il bene che le vogliamo. Nel sito sono numerosi i post che potrebbero essere di spunto per le attività educativo didattiche. Ve li propongo, buona lettura! Eccovi i link relativi:  "La mia mamma": tema con schema di lavoro. Tema: La mia mamma (con relativo schema) "Mi ha fatto mia mamma" poesia di Gianni Rodari "La mamma", poesia di Ada Negri "Nostalgia", poesia da dedicare alla mamma di Antonio Giarola "Bambino", poesia di Alda Merini  Filastrocca a rima baciata: "Cara mamma," di Ercole Bonjean Racconto per la Festa della Mamma: unità didattica per la comprensione e l'interpretazione del testo. Accanto alla mamma racconto di Giovanni Papini - Lettura e comprensione del testo Mamma (la mia mamma) poesia di Francesca Jupe Poesia della mamma Festa della mamma Lettera

"L'avarizia" di Leonardo da Vinci - Analisi ed interpretazione del testo

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L'avarizia Ogni tanto il rospo allungava il muso e addentava un po' di terra. "Perché sei sempre così magro?" gli chiese un giorno una coccinella. "Perché ho sempre fame" rispose il rospo. "Ma se ti nutro soltanto di terra!" esclamò il gentile insetto. "Perché non ne mangi a sazietà?". "Perché un giorno - disse con tono lugubre l'avaro - anche la terra potrebbe finire". Leonardo da Vinci Analisi ed interpretazione del testo  Chi sono i personaggi del racconto? Perché il rospo è sempre magro? Di cosa lo nutre l'insetto? Per quale motivo il rospo non mangia? Cosa pensi dell'avarizia? Link correlati a questo post: Antologia Leonardo da Vinci Lettura e comprensione del testo Il testo narrativo Visualizza e stampa

Ritorna la primavera - Brano tratto da "Il Gigante Egoista" di Oscar Wilde - Lettura e comprensione del testo - Approfondimenti grammaticali

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Il Gigante Egoista: lettura e comprensione del testo (seconda parte) Una mattina il Gigante se ne stava a letto quando udì una dolce musica. Era una musica che risuonava tanto dolce alle sue orecchie che pensò fossero di musicanti del re che passavano nelle vicinanze. In realtà era solo un piccolo fanello che cantava fuori dalla sua finestra, ma da tanto tempo non udiva un uccellino cantare nel suo giardino, che gli sembrò la più meravigliosa melodia del mondo. La Grandine cessò di danzare sulla sua testa, il Vento del Nord smise di fischiare e un profumo delizioso giunse attraverso la finestra aperta. - Credo che finalmente la primavera sia venuta - disse il gigante; balzò dal letto e guardò fuori. E cosa vide? Una visione meravigliosa. I bambini erano entrati attraverso un'apertura del muro e sedevano sui rami degli alberi. Su ogni albero che il gigante poteva vedere c'era un bambino. Gli alberi, felici di riavere i bambini, s'erano ricoperti di fiori e dolce

Racconto di primavera: "I passeri chiacchieroni"

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I passeri chiacchieroni Una famiglia di passeri abitava su un pioppo. Un giorno il passero disse a sua moglie: - Mi par di sentire odore di violette. E subito tutti e due volarono giù dal nido. La terra del bosco era ancora umida di neve e gli alberi erano spogli, ma qua e là qualche ciuffo d’erba era spuntato. Una timida violetta faceva capolino. - Buon giorno! - le dissero i passeri. - Ci porti la Primavera? - Credo di sì - rispose la mammola. - Io dormivo e la primula mi ha svegliato. La primula era lì, a poca distanza: pareva un campanellino d’oro. - Dlin, dlin, dlin! - e svegliava tutti i fiori nel bosco e nel prato. - E’ vero - le domandò la passeretta che la primavera sta per venire? - Sì - rispose la primula. Stanotte è passato il vento di marzo e mi ha detto: - Suona il tuo campanellino e chiama tutti i fiori. La Primavera viene e bisogna far festa. Così disse la primula e i due passeri volarono via contenti. E siccome i passeri sono chiacc

Il tema di fantasia: "Il maestro e la torre d'oro"

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IL MAESTRO E LA TORRE D’ORO Una delle più grandi passioni del maestro era quella degli scacchi. Un giorno stava giocando a scacchi contro sua moglie, ad un tratto venne risucchiato da una torre e portato a Monte Scacco, il paese dove vivevano gli scacchi. Quando il maestro se ne accorse, diventò rosso per la contentezza. Passarono di lì le due regine, la bianca e la nera, che subito si innamorarono di lui. C’era però un problema, tutte e due non potevano sposarsi con il maestro; decisero così di fare una partita a scacchi. La vincitrice l’avrebbe sposato. Il maestro, terrorizzato, iniziò una partita difficile. La sua unica salvezza era quella di conquistare la torre d’oro per sfuggire alle due regine. Con un po’ di fatica il maestro riuscì ad avvicinarsi alla torre d’oro, come un fulmine se ne impossessò, ci entrò e… finalmente si ritrovò a casa e disse: «Questa sera guarderò un bel film e non giocherò più a scacchi».  Giacomo, classe terza  Visualizza e stampa Potreb

La leggenda della mimosa - Un racconto per l'8 marzo, festa della donna

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La leggenda della mimosa Elena, una giovane donna, si innamorò del Sole, lo guardava attratta dalla bellezza dei suoi raggi e i suoi occhi lo guardavano rapiti dalla sua forza, dal suo calore. Ma il Sole non ricambiò tanto amore e la colpì con lance di fuoco. Lei continuava ad amarlo e lo cercava con lo sguardo. Pianse per giorni cercando di trasmettergli il bene che gli voleva. Ed ecco che le lacrime caddero sul terreno e si trasformarono in tanti piccoli e profumati fiori gialli. Nacque la mimosa, il fiore simbolo della donna. Ercole Bonjean    © Visualizza e stampa Potrebbero anche interessarti: Festa della donna Festa della mamma Festa del papà Racconti, poesie e filastrocche, del maestro Ercole Immagine: improntaunika

"La formica e la colomba" di Esopo - Analisi ed interpretazione del testo

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La formica e la colomba Una formica assetata si calò in una fonte, ma fu trascinata via dalla corrente. Mentre stava affogando, la scena fu notata da una colomba, che staccò da un albero un ramoscello e lo gettò nell’acqua: la formica vi si arrampicò e riuscì a salvarsi. Poco più tardi un cacciatore, dopo aver preparato le sue canne ricoperte di vischio, si mosse per catturare la colomba, ma la formica, che se n’era accorta, gli morsicò un piede. L’uomo per il dolore gettò via le canne e così fece fuggire immediatamente la sua vittima. La favola dimostra che chi fa del bene lo riceve. Esopo Analisi ed interpretazione del testo Chi sono i protagonisti della favola di Esopo? Cosa accade alla formica? Come la salva la colomba? Come vuole catturare la colomba il cacciatore? In che modo la formica salva la colomba? Come reagisce l’uomo? Cosa ci insegna questa favola? Visualizza e stampa Potrebbero anche interessarti: Lettura

"Il topo di campagna e il topo di città" di Esopo - Analisi ed interpretazione del testo

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Il topo di campagna e il topo di città Un topo di campagna che aveva per amico un topo domestico, lo invitò a pranzo. Quello si recò subito da lui nei campi, ma, mentre rosicchiava chicchi d'orzo e di grano, disse: - Sappi, amico mio, che il tuo tenore di vita è quello di una formica. Visto che io ho mezzi in abbondanza, vieni con me e potrai godere di ogni ben di Dio. Detto fatto, i due partirono. Il topo domestico prese a mostrare all'altro legumi e grano, datteri, formaggio, miele e frutta, mentre dal canto suo quello di campagna, stupefatto, lo colmava di benedizioni e malediceva la propria sorte. Stavano per dare inizio al banchetto, quando un uomo spalancò all'improvviso la porta e i poveri topi, terrorizzati da quel rumore, corsero a rintanarsi nelle fessure del muro. Vollero poi prendere dei fichi secchi, ma un altro uomo venne a cercare qualcosa che si trovava in quella stanza e ancora una volta i topi, appena lo videro, balzarono a nascondersi in un b

Analisi e comprensione di un testo umoristico: "La carota e la cipolla"

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La carota e la cipolla La carota era molto invidiosa della cipolla e diceva per me non piange mai nessuno. Mi tagliano a pezzetti e a fettine, mi pelano, mi friggono, mi grattugiano, me ne fanno di tutti i colori e mai uno che pianga per me. Avete mai visto qualcuno piangere per una carota? Non che le cipolle abbiano un destino migliore della carota, anche loro vengono affettate, bollite, arrostite, fritte e soffritte, mangiate anche crude nell'insalata, ma almeno tutti piangono per loro. Non c'è un cuoco o cuoca che non gli vengano gli occhi lucidi mentre si mette a tagliare una cipolla. Che cosa avrà mai la cipolla per essere così compatita? Luigi Malerba Analisi del testo Rispondi alle domande Perché la carota era invidiosa della cipolla? Perché la carota non disse alla cipolla? Perché, secondo te, tutti piangono per la cipolla? La carota era invidiosa della cipolla perché tutti piangevano per lei. La carota non disse mai nulla al

Il Gigante Egoista di Oscar Wilde: lettura e comprensione del testo, approfondimenti grammaticali.

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Il Gigante Egoista: lettura e comprensione del testo (prima parte) Ogni pomeriggio, terminata la scuola, i bambini andavano a giocare nel giardino del Gigante. Era un grande, bellissimo giardino ricoperto di tenera erbetta verde. Qua e là sull'erbetta, spiccavano fiori simile a stelle; in primavera i dodici peschi si ricoprivano di fiori rosa e di perla, e in autunno, davano i frutti. Gli uccellini si posavano sugli alberi e cantavano così dolcemente che i bambini fermavano i loro giochi per ascoltarli. - Come siamo felici qui!- si dicevano l'un l'altro. Un giorno il Gigante ritornò. Era stato a far visita al suo amico, l'Orco della Cornovaglia, e vi era rimasto per sette anni. Trascorso questo periodo, egli aveva detto tutto quel che aveva dire perché la sua conversazione era limitata, e quindi decise di ritornare al castello. Al suo arrivo vide i bambini che giocavano nel giardino. - Che cosa state facendo voi qui?- esclamò con voce burbera, e i bambi

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