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Le morti sul lavoro in ITALIA: ricerca per la scuola primaria e media

Ricerca relativa alle morti sul lavoro in Italia In Italia, purtroppo, le morti sul lavoro sono ancora una triste realtà. Nel 2023, si sono verificati 1.322 infortuni mortali, con un incremento del 3,1% rispetto all'anno precedente. https://www.vegaengineering.com/wp-content/uploads/2022/03/Report-Annuale-Statistiche-Infortuni-sul-lavoro-Lavoro-Osservatorio-Sicurezza-Vega-Engineering-31-12-21.pdf Evitare completamente le morti sul lavoro è un obiettivo ambizioso, ma è possibile ridurle drasticamente implementando diverse misure di prevenzione, che coinvolgono diversi attori: Datori di lavoro: Valutare attentamente i rischi: Ogni datore di lavoro è obbligato a valutare i rischi per la sicurezza e la salute dei propri lavoratori, aggiornando periodicamente la Valutazione dei Rischi (VRD). Adottare misure di prevenzione e protezione: Sulla base della VRD, devono essere adottate misure di prevenzione e protezione adeguate, che includono la fornitura di dispositivi di protezione in

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo IX: "Pinocchio vende l'abbecedario per andare a vedere il teatro dei burattini".

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IX Pinocchio vende l'abbecedario per andare a vedere il teatro dei burattini. Smesso che fu di nevicare, Pinocchio col suo bravo  Abbecedario nuovo sotto il braccio, prese la strada che  menava alla scuola: e strada facendo, fantasticava nel suo  cervellino mille ragionamenti e mille castelli in aria, uno  più bello dell’altro. E discorrendo da sé solo diceva: – Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere e domani l’altro imparerò  a fare i numeri. Poi, colla mia abilità, guadagnerò molti  quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca, voglio  subito fare al mio babbo una bella casacca di panno.  Ma che dico di panno? Gliela voglio fare tutta d’argento e  d’oro, e coi bottoni di brillanti. E quel pover’uomo se la  merita davvero: perché, insomma, per comprarmi i libri e  per farmi istruire, è rimasto in maniche di camicia... a questi freddi! Non ci sono che i babbi che sieno capaci di certi  sacrifizi!... Mentre tutto com

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo X: "I burattini riconoscono il loro fratello Pinocchio e gli fanno una grandissima festa; ma sul più bello, esce fuori il burattinaio Mangiafoco, e Pinocchio corre il pericolo di fare una brutta fine".

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X I burattini riconoscono il loro fratello Pinocchio e gli fanno una grandissima festa; ma sul più bello, esce fuori il burattinaio Mangiafoco, e Pinocchio corre il pericolo di fare una brutta fine.  Quando Pinocchio entrò nel teatrino delle marionette, accadde un fatto che destò mezza rivoluzione. Bisogna sapere che il sipario era tirato su e la commedia  era già incominciata. Sulla scena si vedevano Arlecchino e Pulcinella, che bisticciavano  fra di loro e, secondo il solito, minacciavano da  un momento all’altro di scambiarsi un carico di schiaffi e  di bastonate. La platea, tutta attenta, si mandava a male dalle grandi  risate, nel sentire il battibecco di quei due burattini, che  gestivano e si trattavano d’ogni vitupero con tanta verità,  come se fossero proprio due animali ragionevoli e due  persone di questo mondo. Quando all’improvviso, che è che non è, Arlecchino smette di recitare, e voltandosi verso il pubblico e accennando  colla mano qualcuno in fondo alla p

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XI: "Mangiafoco starnutisce e perdona a Pinocchio, il quale poi difende dalla moerte il suo amico Arlecchino".

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XI Mangiafoco starnutisce e perdona a Pinocchio , il quale poi difende dalla moerte il suo amico Arlecchino.  Il burattinaio Mangiafoco che (questo era il suo nome) pareva un uomo spaventoso, non dico di no, specie con  quella sua barbaccia nera che, a uso grembiale, gli copriva  tutto il petto e tutte le gambe; ma nel fondo poi non era  un cattiv’uomo. Prova ne sia che quando vide portarsi davanti  quel povero Pinocchio, che si dibatteva per ogni verso,  urlando «Non voglio morire, non voglio morire!», principiò  subito a commuoversi e a impietosirsi e, dopo aver resistito un bel pezzo, alla fine non ne poté più, e lasciò  andare un sonorissimo starnuto. A quello starnuto, Arlecchino, che fin allora era stato afflitto e ripiegato come un salcio piangente, si fece tutto  allegro in viso, e chinatosi verso Pinocchio, gli bisbigliò  sottovoce: – Buone nuove, fratello. Il burattinaio ha starnutito, e questo è segno che s’è mosso a compassione per te, e oramai  sei salvo. Pe

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XII: "Il burattinaio Mangiafoco regala cinque monete d'oro a Pinocchio perché le porti al suo babbo Geppetto: e Pinocchio, invece, si lascia abbindolare dalla Volpe e dal Gatto e se ne va con loro".

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XII Il burattinaio Mangiafoco regala cinque monete d'oro a  Pinocchio perché le porti al suo babbo Geppetto: e Pinocchio, invece, si lascia abbindolare dalla Volpe e dal Gatto e se ne va con loro.  Il giorno dipoi Mangiafoco chiamò in disparte Pinocchio  e gli domandò: – Come si chiama tuo padre? – Geppetto. – E che mestiere fa? – Il povero. – Guadagna molto? – Guadagna tanto, quanto ci vuole per non aver mai un  centesimo in tasca. Si figuri che per comprarmi l’Abbecedario  della scuola dové vendere l’unica casacca che aveva  addosso: una casacca che, fra toppe e rimendi, era tutta  una piaga. – Povero diavolo! Mi fa quasi compassione. Ecco qui cinque monete d’oro. Vai subito a portargliele e salutalo  tanto da parte mia. Pinocchio, com’è facile immaginarselo, ringraziò mille volte il burattinaio, abbracciò, a uno a uno, tutti i burattini  della Compagnia, anche i giandarmi: e fuori di sé dalla  contentezza, si mise in viaggio per tornarsene a casa sua. Ma non

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XIII: "L'osteria del Gambero Rosso".

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XIII L’osteria del Gambero Rosso. Cammina, cammina, cammina, alla fine sul far della sera arrivarono stanchi morti all’osteria del Gambero Rosso. – Fermiamoci un po’ qui, – disse la Volpe, – tanto per mangiare un boccone e per riposarci qualche ora. A mezzanotte  poi ripartiremo per essere domani, all’alba, nel  Campo dei miracoli. Entrati nell’osteria, si posero tutti e tre a tavola: ma nessuno di loro aveva appetito. Il povero Gatto, sentendosi gravemente indisposto di stomaco, non poté mangiare altro che trentacinque triglie  con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla  parmigiana: e perché la trippa non gli pareva condita abbastanza,  si rifece tre volte a chiedere il burro e il formaggio  grattato! La Volpe avrebbe spelluzzicato volentieri qualche cosa anche lei: ma siccome il medico le aveva ordinato una grandissima dieta, così dové contentarsi di una semplice  lepre dolce e forte con un leggerissimo contorno di pollastre  ingrassate e di galletti

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