Il Natale a scuola: racconti, poesie, filastrocche, temi, leggende, percorsi educativo didattici di apprendimento per l'analisi, la comprensione, l'interpretazione del testo

  Il Natale a scuola Le festività del Natale offrono molti spunti sia dal punto di vista didattico, sia educativo. Molto spesso si dice che la scuola italiana non sia al passo coi tempi. Bene, ritengo invece che in alcuni casi sia meglio che la scuola  non si uniformi , non diventi lo specchio deformato di una realtà  volta all'immagine  più che  alla   sostanza ,  alla forma  più che  al contenuto . In particolare le festività natalizie sono diventate principalmente un affare commerciale e diventano l'esatto contrario dell'autentico messaggio di pace e d'amore. E' il momento quindi di andare  contro corrente  e ritornare al significato etimologico della parola Natale che significa  nascita , nascita di Gesù, ed esprime valori universali condivisibili dai credenti e dai non credenti: la pace, l'uguaglianza nella diversità, l'amore per se stessi e per gli altri, la solidarietà, sono valori dell'uomo in quanto tale.  I bambini risponderanno in modo positiv

Esperienza di continuità didattica tra la scuola primaria e la scuola media - La professoressa di francese



Nel viaggio a ritroso nel tempo inserirò il lavoro del ciclo precedente a quello preso in esame nei precedenti post, relativo all’anno scolastico 2002/2003. L’attenzione del maestro e degli alunni è focalizzata sull’esperienza di continuità didattica tra la classe quinta e la scuola media Giovanni Boine. Non fu un adempimento dovuto al POF e meramente formale come spesso capita. Ne uscimmo tutti arricchiti. Gran parte del merito va attribuito a colei che ci guidò nell’esperienza, una giovane, preparata ed appassionata professoressa di francese. Rimane indelebile nella memoria il primo incontro nell’attrezzata aula computer della scuola media che si trova tuttora nei piani alti dell’edificio. Per tutta la lezione, Silvia, argomentò in francese e gli alunni la seguivano a bocca aperta, letteralmente rapiti. L’unico in difficoltà ero io perché faticavo a seguirla e non riuscivo a nascondere un certo imbarazzo nonostante le mie origini francesi che si evincono dal mio cognome Bonjean. Questo spezzato di vita è raccontato attraverso i quaderni di un’alunna di quel periodo, Alice, che meglio di me raffigura quei giorni di scuola.
L’anno dopo il progetto di continuità tra le scuole elementari e la scuola media venne sostituito con il progetto TRIBICI. Tutti in bici di corsa in Piazza Roma. Non posso tuttavia riferirvi di questa esperienza perché la mia continuità si trasferì in una classe prima. 














Tema

Descrivo la professoressa di francese

Come vi ho già detto nel precedente tema, dal mese di ottobre abbiamo iniziato una nuova esperienza: la lingua francese. La nostra professoressa si chiama Silvia Caffa. Di lei ne ho già parlato ma ora vorrei descriverla meglio! Il primo giorno in cui siamo andati alla lezione di francese, sono rimasta esterrefatta da questa insegnante molto gentile con noi alunni che ci ha spiegato cose molto interessanti sulla lingua francese.
Silvia ha una statura regolare e la sua corporatura è agile, il suo portamento disinvolto, sciolto, giovanile e vivace. La sua voce è molto limpida, gradevole e melodiosa anche perché la lingua che ci insegna, il francese, è veramente una lingua armoniosa e, quando lei parla sembra che reciti. Ha un carattere dolce e mite, i suoi capelli sono di un colore biondo oro e li porta tagliati a caschetto e sempre in ordine. Il suo naso è regolare, le labbra sono carnose e sono abbellite da un rossetto di colore rosso. La sua fronte è nascosta dalla frangia dei capelli mentre le guance sono rosee e sono ricoperte da un tocco di cipria. La cosa che mi ha colpito di più di lei sono i suoi occhi: sono di un bel colore marrone scintillante tipo quello delle castagne. Un giorno mentre stava spiegano un esercizio al computer, io, dopo aver ascoltato ciò che diceva ho iniziato a svolgerlo. Prima della fine della lezione ho continuato ad eseguire i successivi esercizi e li ho completati tutti ottenendo un buon risultato. La professoressa, col suo bel sorriso dolce, mi ha fatto i complimenti. Tutti noi le vogliamo bene.

Alice, classe quinta 


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