Gli accenti
Se analizzo gli errori ricorrenti commessi dai miei alunni, dal 1973 sino ad oggi, la parte del leone spetta senza ombra di dubbio agli accenti: vero campo minato della lingua italiana non solo per i bambini. E’ buona norma, a mio parere, tener presente, per decidere se porre l’accento sulla parola da scrivere o meno, che il suono sull’ultima vocale facilmente induce all’errore e talvolta si rende necessario un semplice ma indispensabile ragionamento sul perché si usano gli accenti e quando occorre usarli.
- Dà quando è tempo presente (“Non mi dà alcuna soddisfazione”) del verbo dare per distinguerlo dalla preposizione semplice da ( “Vieni da me nel pomeriggio”).
- Dì come giorno (“Un bel dì”) per distinguerlo da di preposizione (“Il piacere di leggere”) e di’ imperativo di fare (“Di’ la verità”).
- Là avverbio di luogo (“E’ andata là”) da la articolo (“Dammi la mano”) pronome (“Non la conosco”)e nota musicale (“Diede il la all’orchestra”).
- Lì avverbio di luogo (“Aspettami lì, per favore”) da li pronome “Li incontrerò in tarda serata”.
- Né (“Né questo, né quello”)congiunzione da ne (“A questo punto me ne vado”) pronome ed avverbio.
- Sé (“E’ poco sicuro di sé”) pronome personale da se (“Se sapesse in che guaio si è cacciato” “Se ne assume tutte le responsabilità!”) congiunzione.
- Sì (Sì, vengo subito) avverbio di affermazione da si pronome (“Si è reso colpevole di una pessima azione”).
- Tè pianta (“Possiede un’enorme piantagione di tè”), bevanda (“Adora il tè inglese”) da te pronome (“Vengo con te al cinema”) .
Si incorre facilmente nell’errore nel caso di accenti su fa, va, so [fà, và, sò] a causa del suono della vocale.
Ercole Bonjean
Ercole Bonjean
Commenti
Posta un commento