La Pasqua: racconti, poesie, filastrocche, utili per gli iter educativo - didattici.

Eccovi una serie di link che affrontano il tema della Pasqua. Non è detto che non possano risultare utili per l'elaborazione di percorsi educativo - didattici di vario tipo. Per ordine cronologico: "Gesù" di Giovanni Pascoli "Pasqua" di Ada Negri Racconto pasquale: "Aria di Pasqua" di Giovanni Verga "Alleluja" di Angiolo Silvio Novaro "Resurrezione" di Alessandro Manzoni "La domenica dell'ulivo" di Giovanni Pascoli "Pasqua" di Giovanni Gozzano Racconto di Pasqua: "La leggenda della passiflora". "Il pianto della Madonna" di Angiolo Silvio Novaro Fiaba antica: "Il drago e l'uovo di Pasqua "Dall'uovo di Pasqua" di Gianni Rodari "Pasqua" di Gianni Rodari Cronaca delle vacanze pasquali Decodificare un racconto: "Felici come una Pasquetta" Racconto di Pasqua con schema di lavoro: "Il coniglio Pasqualino

Ritorna la primavera - Brano tratto da "Il Gigante Egoista" di Oscar Wilde - Lettura e comprensione del testo - Approfondimenti grammaticali

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Il Gigante Egoista: lettura e comprensione del testo (seconda parte)

Una mattina il Gigante se ne stava a letto quando udì una dolce musica. Era una musica che risuonava tanto dolce alle sue orecchie che pensò fossero di musicanti del re che passavano nelle vicinanze. In realtà era solo un piccolo fanello che cantava fuori dalla sua finestra, ma da tanto tempo non udiva un uccellino cantare nel suo giardino, che gli sembrò la più meravigliosa melodia del mondo.
La Grandine cessò di danzare sulla sua testa, il Vento del Nord smise di fischiare e un profumo delizioso giunse attraverso la finestra aperta.
- Credo che finalmente la primavera sia venuta - disse il gigante; balzò dal letto e guardò fuori.
E cosa vide? Una visione meravigliosa. I bambini erano entrati attraverso un'apertura del muro e sedevano sui rami degli alberi.
Su ogni albero che il gigante poteva vedere c'era un bambino. Gli alberi, felici di riavere i bambini, s'erano ricoperti di fiori e dolcemente poggiavano i rami sulle loro testoline.
Gli uccellini svolazzavano qua e là cinguettando felici e i fiori sbucavano ridenti dall'erba. Era una scena incantevole. Solo in un angolo del giardino regnava ancora l'inverno.
Era l'angolo più remoto del giardino, e là il gigante vide un bambino. Era tanto piccolo che non riusciva a raggiungere i rami di un albero e vi girava intorno piangendo amaramente.
Il povero albero era ancora coperto di ghiaccio e di neve e sopra di esso il Vento del Nord ululava sopra di lui.
- Arrampicati, piccino! - disse l'albero e piegò i suoi rami quanto più poté: ma il bambino era troppo piccolo.
A quella vista il cuore del Gigante si intenerì.
- Come sono stato egoista! - si disse. - Ora so perché la primavera non voleva venire qui.
Farò salire quel bambino in cima all'albero poi abbatterò il muro di cinta e il mio giardino sarà, per sempre, il parco dei giochi dei bambini.
Era profondamente pentito per quanto aveva fatto.
Scese furtivamente le scale, aprì piano piano la porta e uscì nel giardino. Ma quando i bambini lo videro, si spaventarono tanto e fuggirono via, e nel giardino tornò di nuovo l'inverno. Solo il piccolo bimbo non scappò; i suoi occhi erano così colmi di lacrime che nemmeno vide venire il gigante. E il Gigante giunse di soppiatto dietro a lui, lo prese con delicatezza nella sua mano e lo mise sull'albero. E immediatamente l'albero fiorì, gli uccellini cominciarono a cantare tra i rami, e il bambino gettò le braccia al collo del gigante e lo baciò.
E gli altri bambini vedendo che il gigante non era più cattivo, ritornarono correndo e con loro tornò la Primavera.
- Ora questo giardino è vostro, bambini - disse il Gigante e, presa una grossa scure, abbatté il muro.
E a mezzogiorno la gente che andava al mercato vide il gigante giocare con i bambini nel giardino più bello del mondo. Tutto il giorno giocarono e la sera i bambini salutarono il Gigante.
- Dov'è il vostro piccolo amico? - chiese: - il bambino che ho fatto salire sull'albero?-
Il Gigante l'amava più di tutti, perché il piccino l'aveva baciato.
- Non lo sappiamo - risposero i bambini - se n'è andato.
- Dovete dirgli che domani deve assolutamente venire - disse il Gigante.
Ma i bambini risposero che non sapevano dove abitasse e che prima non l'avevano mai veduto, e il Gigante si sentì molto triste.
Ogni pomeriggio, terminata la scuola, i bambini venivano a giocare con il Gigante. Ma il piccolo bambino che il Gigante amava non si vide più.
Il Gigante era molto buono con tutti i bambini, ma sentiva la mancanza del suo piccolo amico e parlava spesso di lui.
- Come mi piacerebbe rivederlo - ripeteva.
Gli anni passarono, e il Gigante divenne molto vecchio e debole. Non poteva più giocare né correre così se ne stava in una grande poltrona e osservava i bambini intenti a giocare e ammirava il giardino.
-Ho molti bellissimi fiori – diceva - ma i bambini sono i fiori più belli.
Una mattina d'inverno, mentre si vestiva, guardò fuori dalla finestra. Ora non odiava più l'Inverno, perché sapeva che era soltanto la Primavera addormentata e che i fiori si stavano riposando.
Ad un tratto si fregò gli occhi sorpreso e si mise a guardare con intensità.
E vide una qualcosa di straordinario. Nell'angolo più remoto del giardino c'era un albero interamente ricoperto di delicati fiori bianchi. I suoi rami erano tutti d'oro, e da essi pendevano frutti d'argento, e ai suoi piedi c'era il bimbo ch'egli aveva tanto amato. Il Gigante scese di corsa e pieno di gioia, uscì nel giardino. Quando s'avvicinò al bambino il suo volto diventò rosso per la collera, e chiese:
- Chi ha osato ferirti?
Sulle palme delle mani il bambino aveva il segno di due chiodi sulle mani come pure sui piedini.
- Chi ha osato ferirti? - gridò il gigante - dimmelo e io impugnerò la mia grossa spada e lo ucciderò.
- No - rispose il bambino - queste sono le ferite dell'Amore.
-Chi sei tu? - chiese il Gigante, e uno strano senso di reverenza s'impadronì di lui e s'inginocchiò dinanzi al bambino.
Il bambino gli sorrise e disse:
- Un giorno tu mi hai lasciato giocare nel tuo giardino, oggi tu verrai con me nel mio, che è il Paradiso.
E quando quel pomeriggio i bambini entrarono di corsa nel giardino, trovarono il Gigante che giaceva morto ai piedi dell'albero, tutto ricoperto di candidi fiori.

Oscar Wilde

Analisi del testo
  1. Cosa udì il Gigante una mattina? Cosa vide dalla finestra?
  2. Per quale motivo era tornata la primavera?
  3. Perché in un angolo del giardino regnava ancora l'inverno?
  4. Cosa comprese il Gigante?
  5. Perché i bambini scapparono alla vista del Gigante?
  6. Chi non scappò? Perché?
  7. Cosa fece il Gigante?
  8. Perché tutti i bambini tornarono a giocare nel giardino del Gigante?
  9. Perché il Gigante si sentiva triste?
  10. Chi vide il Gigante?
  11. Perché il Gigante fu preso dalla rabbia?
  12. Chi era il bambino?
  13. Cosa promise al Gigante?
  14. Cosa videro i bambini quel pomeriggio quando entrarono nel giardino?
Approfondimenti grammaticali
  • Sottolinea, con colori diversi, i nomi e gli aggettivi presenti nel testo.
  • Illustra la storia con alcuni disegni in ordine di tempo.
  • Ricerca sul vocabolario le parole che non conosci.
(e.b.)

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