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La festa della mamma: racconti, descrizioni, poesie e filastrocche, leggende.

E' sicuramente una delle feste più amate dai bambini e dai loro genitori: un'occasione per comunicare alla mamma tutto il bene che le vogliamo. Nel sito sono numerosi i post che potrebbero essere di spunto per le attività educativo didattiche. Ve li propongo, buona lettura! Eccovi i link relativi:  "La mia mamma": tema con schema di lavoro. Tema: La mia mamma (con relativo schema) "Mi ha fatto mia mamma" poesia di Gianni Rodari "La mamma", poesia di Ada Negri "Nostalgia", poesia da dedicare alla mamma di Antonio Giarola "Bambino", poesia di Alda Merini  Filastrocca a rima baciata: "Cara mamma," di Ercole Bonjean Racconto per la Festa della Mamma: unità didattica per la comprensione e l'interpretazione del testo. Accanto alla mamma racconto di Giovanni Papini - Lettura e comprensione del testo Mamma (la mia mamma) poesia di Francesca Jupe Poesia della mamma Festa della mamma Lettera

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XV: "Gli assassini inseguono Pinocchio; e, dopo averlo raggiunto, lo impiccano a un ramo della quercia grande".

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XV Gli assassini inseguono Pinocchio; e, dopo averlo raggiunto, lo impiccano a un ramo della quercia grande. Allora il burattino, perdutosi d’animo, fu proprio sul punto di gettarsi in terra e di darsi per vinto, quando nel  girare gli occhi all’intorno vide fra mezzo al verde cupo  degli alberi biancheggiare in lontananza una casina candida  come la neve. – Se io avessi tanto fiato da arrivare fino a quella casa,  forse sarei salvo, – disse dentro di sé. E senza indugiare un minuto riprese a correre per il bosco a carriera distesa. E gli assassini sempre dietro. E dopo una corsa disperata di quasi due ore, finalmente  tutto trafelato arrivò alla porta di quella casina e bussò. Nessuno rispose. Tornò a bussare con maggior violenza, perché sentiva avvicinarsi il rumore dei passi e il respiro grosso e affannoso  de’ suoi persecutori. Lo stesso silenzio. Avvedutosi che il bussare non giovava a nulla, cominciò  per disperazione a dare calci e zuccate nella porta. Allora 

Raccontare una propria esperienza. Tema: La gita all'acquario di Genova

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Tema La gita all'acquario di Genova Quella mattina, dopo essere stata sveglia nel letto per quasi mezzora, mi alzai agitatissima e cominciai a saltare di qua e di là: non vedevo l'ora di partire. Arrivai alla pensilina quando il pullman si era appena fermato; poco dopo partimmo salutando con la mano le mamme e i papà. Durante il viaggio ci divertimmo moltissimo: certi bambini cantavano al microfono e tra un applauso e una risatina tornavano al loro posto con le guance rosse per la vergogna. Arrivati a Genova, incontrammo altre scuole che erano in gita, come noi, all'acquario. Vicino al porto ci imbattemmo in due ragazzine, forse zingare, che rubarono il portafoglio al maestro: noi eravamo più preoccupati di lui. Poi ci imbarcammo su un battello per visitare il porto, un porto grandissimo. finito il giro, tutti molto affamati, mangiammo su delle gradinate, vicino alla pista del pattinaggio sul ghiaccio. Terminato il pranzo ci dirigemmo v

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XVI: "La bella bambina dai capelli turchini fa raccogliere il burattino: lo mette a letto, e chiama tre medici per sapere se sia vivo o morto".

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XVI La bella bambina dai capelli turchini fa raccogliere il burattino: lo mette a letto, e chiama tre medici per sapere se sia vivo o morto.  In quel mentre che il povero Pinocchio impiccato dagli assassini a un ramo della Quercia grande, pareva oramai  più morto che vivo, la bella Bambina dai capelli turchini si  affacciò daccapo alla finestra, e impietositasi alla vista di  quell’infelice che, sospeso per il collo, ballava il trescone  alle ventate di tramontana, batté per tre volte le mani insieme, e fece tre piccoli colpi. A questo segnale si sentì un gran rumore di ali che volavano  con foga precipitosa, e un grosso falco venne a posarsi  sul davanzale della finestra. – Che cosa comandate, mia graziosa Fata? – disse il Falco abbassando il becco in atto di reverenza (perché bisogna  sapere che la Bambina dai capelli turchini non era  altro, in fin dei conti, che una buonissima Fata, che da più  di mill’anni abitava nelle vicinanze di quel bosco): – Vedi tu quel burat

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XVII: "Pinocchio mangia lo zucchero, ma non vuol purgarsi: però quando vede i becchini che vengono a portarlo via, allora si purga. Poi dice una bugia e per gastigo gli cresce il naso".

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XVII Pinocchio mangia lo zucchero, ma non vuol purgarsi: però quando vede i becchini che vengono a portarlo via, allora si purga. Poi dice una bugia e per gastigo gli cresce il naso. Appena i tre medici furono usciti di camera, la Fata si accostò a Pinocchio e, dopo averlo toccato sulla fronte, si  accòrse che era travagliato da un febbrone da non si dire. Allora sciolse una certa polverina bianca in un mezzo bicchier d’acqua, e porgendolo al burattino, gli disse amorosamente: – Bevila, e in pochi giorni sarai guarito. Pinocchio guardò il bicchiere, storse un po’ la bocca, e poi dimanda con voce di piagnisteo: – È dolce o amara? – È amara, ma ti farà bene. – Se è amara, non la voglio. – Da’ retta a me: bevila. – A me l’amaro non mi piace. – Bevila: e quando l’avrai bevuta, ti darò una pallina di zucchero, per rifarti la bocca. – Dov’è la pallina di zucchero? – Eccola qui, – disse la Fata, tirandola fuori da una zuccheriera d’oro. – Prima voglio la pallina di z

Pinocchio di Carlo Collodi, capitolo XVIII: "Pinocchio ritrova la volpe e il gatto, e va con loro a seminare le quattro monete nel campo dei miracoli".

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XVIII Pinocchio ritrova la volpe e il gatto, e va con loro a seminare le quattro monete nel campo dei miracoli. Come potete immaginarvelo, la Fata lasciò che il burattino  piangesse e urlasse una buona mezz’ora, a motivo di  quel suo naso che non passava più dalla porta di camera; e  lo fece per dargli una severa lezione perché si correggesse  dal brutto vizio di dire le bugie, il più brutto vizio che possa  avere un ragazzo. Ma quando lo vide trasfigurato e cogli  occhi fuori della testa dalla gran disperazione, allora, mossa a pietà, batté le mani insieme, e a quel segnale entrarono  in camera dalla finestra un migliaio di grossi uccelli  chiamati Picchi, i quali, posatisi tutti sul naso di Pinocchio,  cominciarono a beccarglielo tanto e poi tanto, che in pochi  minuti quel naso enorme e spropositato si trovò ridotto  alla sua grandezza naturale. – Quanto siete buona, Fata mia, – disse il burattino, asciugandosi gli occhi, – e quanto bene vi voglio! – Ti voglio bene anch

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Esercizi di analisi grammaticale per la classe quinta

La gita scolastica: testi con schema per la scuola primaria e media

TITOLI DI TEMI

Festa della mamma: 12 maggio 2013. Testo di tipo descrittivo con schema di lavoro.

Verifiche di fine anno (II quadrimestre) di italiano per tutte le classi della scuola primaria

Verifica di analisi logica per la classe quinta della scuola primaria