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Verifiche di fine anno (II quadrimestre) di italiano per tutte le classi della scuola primaria

E' ormai tempo di verifiche. In questo post ho raccolto vari link, relativi alla lingua italiana, in cui potrete trovare prove di vario tipo per tutte le classi della scuola primaria che potrebbero esservi utili. Ricordo alle colleghe ed ai colleghi che il motore di ricerca, presente in home page, è ricco di tantissimi argomenti da cui poter trarre spunto per le varie attività didattiche. Buon proficuo lavoro dal maestro Ercole! Verifiche finali di italiano per la classe prima della scuola primaria Verifiche finali di italiano per la classe seconda della scuola primaria Verifiche finali di italiano per la classe terza della scuola primaria Verifiche finali di italiano per la classe quarta della scuola primaria Verifiche finali di italiano per la classe quinta della scuola primaria Ti potrebbero interessare: Schede di grammatica e di analisi logica Scheda di grammatica: i pronomi - Spiegazioni, prove di verifica, ed esercizi di analisi grammaticale Scheda di grammatica: le preposizi

Festa della mamma: 12 maggio 2013. Testo di tipo descrittivo con schema di lavoro.

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Un bel regalo per la mamma potrebbe essere un tema che la descrive . Come, ad esempio, il testo che segue che offre spunti per la descrizione della persona utilizzando uno schema di lavoro. Tema Mia mamma "Ciao Silvia, com'è andata a scuola?". Ecco mia mamma Graziella che è venuta a prendermi a scuola. Ha una struttura longilinea, è di altezza medio - alta; ha due occhi marroni e lucenti che brillano e splendono sotto le lenti; ha dei capelli marroni che scivolano splendenti fino alle spalle, ha un naso a patatina e per me molto buffo, ha una bocca molto spesso sorridente dove spuntano gli incisivi simili a quelli di un coniglio (ed è per questo motivo che la chiamiamo bel coniglio) e tutto ciò contenuto in un viso ovale. Raramente indossa dei vestiti molto eleganti, spesso, invece, indossa tute e giacche ben ricamate. E' molto furba (intelligente) perché ad ogni problrma sviluppa la sua furbizia e trova una soluzione. E' affettuosa pe

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XIX: "Pinocchio è derubato delle sue monete d'oro e, per gastigo, si busca quattro mesi di prigione".

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XIX Pinocchio è derubato delle sue monete d'oro e, per gastigo, si busca quattro mesi di prigione. Il burattino, ritornato in città, cominciò a contare i minuti  a uno a uno; e, quando gli parve che fosse l’ora, riprese  subito la strada che menava al Campo dei miracoli. E mentre camminava con passo frettoloso, il cuore gli batteva forte e gli faceva tic, tac, tic, tac, come un orologio  da sala, quando corre davvero. E intanto pensava dentro  di sé: – E se invece di mille monete, ne trovassi su i rami dell’albero  duemila?... E se invece di duemila, ne trovassi cinquemila?...  E se invece di cinquemila ne trovassi centomila?  Oh che bel signore, allora, che diventerei!... Vorrei avere  un bel palazzo, mille cavallini di legno e mille scuderie,  per potermi baloccare, una cantina di rosoli e di alchermes, e una libreria tutta piena di canditi, di torte, di panettoni,  di mandorlati e di cialdoni colla panna. Così fantasticando, giunse in vicinanza del campo, e lì si

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XX: "Liberato dalla prigione, si avvia per tornare a casa della Fata; ma lungo la strada trova un serpente orribile, e poi rimane preso alla tagliuola".

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XX Liberato dalla prigione, si avvia per tornare a casa della Fata; ma lungo la strada trova un serpente orribile, e poi rimane preso alla tagliuola. Figuratevi l’allegrezza di Pinocchio, quando si sentì libero. Senza stare a dire che è e che non è, uscì subito fuori della città e riprese la strada che doveva ricondurlo alla Casina  della Fata. A motivo del tempo piovigginoso, la strada era diventata  tutta un pantano e ci si andava fino a mezza gamba. Ma il burattino non se ne dava per inteso. Tormentato dalla passione di rivedere il suo babbo e la sua sorellina dai capelli turchini, correva a salti come un  cane levriero, e nel correre le pillacchere gli schizzavano  fin sopra il berretto. Intanto andava dicendo fra sé e sé: – Quante disgrazie mi sono accadute... E me le merito!  perché io sono un burattino testardo e piccoso... e voglio  far sempre tutte le cose a modo mio, senza dar retta a  quelli che mi voglion bene e che hanno mille volte più giudizio  di me!...

"Pinocchio di Carlo Collodi, capitolo XXI: "Pinocchio è preso da un contadino, il quale lo costringe a far da guardia a un pollaio".

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XXI Pinocchio è preso da un contadino,  il quale lo costringe a far da guardia a un pollaio. Pinocchio, come potete figurarvelo, si dette a piangere,  a strillare, a raccomandarsi: ma erano pianti e grida inutili,  perché lì all’intorno non si vedevano case, e dalla strada  non passava anima viva. Intanto si fece notte. Un po’ per lo spasimo della tagliuola, che gli segava gli stinchi, e un po’ per la paura di trovarsi solo e al buio in  mezzo a quei campi, il burattino principiava quasi a svenirsi;  quando a un tratto vedendosi passare una Lucciola di  sul capo, la chiamò e le disse: – O Lucciolina, mi faresti la carità di liberarmi da questo  supplizio?... – Povero figliuolo! – replicò la Lucciola, fermandosi impietosita a guardarlo. – Come mai sei rimasto colle gambe  attanagliate fra codesti ferri arrotati? – Sono entrato nel campo per cogliere due grappoli di quest’uva moscadella, e... – Ma l’uva era tua? – No... – E allora chi t’ha insegnato a portar via la ro

Pinocchio di Carlo Collodi, capitolo XXII: "Pinocchio scuopre i ladri e, in ricompensa di essere stato fedele vien posto in libertà..."

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XXII Pinocchio scuopre i ladri e, in ricompensa di essere stato fedele vien posto in libertà. .. Ed era già più di due ore che dormiva saporitamente; quando verso la mezzanotte fu svegliato da un bisbiglio e  da un pissi-pissi di vocine strane, che gli parve di sentire  nell’aia. Messa fuori la punta del naso dalla buca del casotto,  vide riunite a consiglio quattro bestiuole di pelame scuro,  che parevano gatti. Ma non erano gatti: erano faine,  animaletti carnivori, ghiottissimi specialmente di uova e di  pollastrine giovani. Una di queste faine, staccandosi dalle sue compagne, andò alla buca del casotto e disse sottovoce: – Buona sera, Melampo. – Io non mi chiamo Melampo, – rispose il burattino. – O dunque chi sei? – Io sono Pinocchio. – E che cosa fai costì? – Faccio il cane di guardia. – O Melampo dov’è? dov’è il vecchio cane, che stava in  questo casotto? – È morto questa mattina. – Morto? Povera bestia! Era tanto buono!... Ma giudicandoti  alla fisonomia, anc

"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XXIII: "Pinocchio piange la morte della bella bambina dai capelli turchini: poi trova un colombo che lo porta sulla riva del mare, e lì si getta in acqua per andare in aiuto del suo babbo Geppetto".

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XXIII Pinocchio piange la morte della bella bambina dai capelli turchini: poi trova un colombo che lo porta sulla riva del mare, e lì si getta in acqua per andare in aiuto del suo babbo Geppetto . Appena Pinocchio non sentì più il peso durissimo e umiliante di quel collare intorno al collo, si pose a scappare  attraverso i campi, e non si fermò un solo minuto, finché  non ebbe raggiunta la strada maestra, che doveva ricondurlo  alla Casina della Fata. Arrivato sulla strada maestra, si voltò in giù a guardare  nella sottoposta pianura, e vide benissimo a occhio nudo il  bosco, dove disgraziatamente aveva incontrato la Volpe e  il Gatto: vide, fra mezzo agli alberi, inalzarsi la cima di  quella Quercia grande, alla quale era stato appeso ciondoloni  per il collo: ma guarda di qua, guarda di là, non gli fu  possibile di vedere la piccola casa della bella Bambina dai capelli turchini. Allora ebbe una specie di tristo presentimento e datosi a correre con quanta forza gli riman

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