Le morti sul lavoro in ITALIA: ricerca per la scuola primaria e media

Ricerca relativa alle morti sul lavoro in Italia In Italia, purtroppo, le morti sul lavoro sono ancora una triste realtà. Nel 2023, si sono verificati 1.322 infortuni mortali, con un incremento del 3,1% rispetto all'anno precedente. https://www.vegaengineering.com/wp-content/uploads/2022/03/Report-Annuale-Statistiche-Infortuni-sul-lavoro-Lavoro-Osservatorio-Sicurezza-Vega-Engineering-31-12-21.pdf Evitare completamente le morti sul lavoro è un obiettivo ambizioso, ma è possibile ridurle drasticamente implementando diverse misure di prevenzione, che coinvolgono diversi attori: Datori di lavoro: Valutare attentamente i rischi: Ogni datore di lavoro è obbligato a valutare i rischi per la sicurezza e la salute dei propri lavoratori, aggiornando periodicamente la Valutazione dei Rischi (VRD). Adottare misure di prevenzione e protezione: Sulla base della VRD, devono essere adottate misure di prevenzione e protezione adeguate, che includono la fornitura di dispositivi di protezione in

“Racconto di Carnevale” di Piero Bargellini

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Racconto di Carnevale


Nelle vetrine di alcuni negozi, appaiono maschere di cartone, che sembrano fare sberleffi ai passanti. Il cartolaio vende stelle filanti e coriandoli.·
Qualche ragazzo se ne riempie le tasche e, quando passa vicino ad un compagno, glieli getta addosso. Le bambine temono i coriandoli, che s'impigliano nei loro capelli lunghi.
In Italia, alcune città hanno la loro maschera tradizionale:
Torino c'è Gianduia; a Milano c'è Brighella; a Bergamo c'è Arlecchino; a Venezia c'è Pantalone; a Bologna c'è il dottor Balanzone; a Firenze c'è Stenterello; a Roma c'è Rugantino; a Napoli c'è PuIcinella.
Ma la storia più bella è quella di Arlecchino, che era un bambino di Bergamo.
L'ultimo giorno di Carnevale tutti i suoi amici si vestivano in maschera, con gli abiti cuciti dalle loro mamme.
Arlecchino era figlio di una povera vedova, la quale non aveva neppure un braccio di stoffa, per cucire il vestito al suo bambino.
Allora tutte le altre mamme le regalarono un pezzetto della loro stoffa e la vedova cucì un vestito formato da tante toppe di diverso colore.
Sembrava che un vestito così misero dovesse sfigurare.
Invece, quando Arlecchino apparve con quel suo vestito a toppe di tutti i colori, fu un vero trionfo.
Per tutta Bergamo s'alzò il grido di: - Viva Arlecchino!

Piero Bargellini

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