"Pinocchio" di Carlo Collodi, capitolo XXIX: "Ritorna a casa della Fata, la quale gli promette che il giorno dopo non sarà più un burattino, ma diventerà un ragazzo. Gran colazione di caffè-latte per festeggiare questo grande avvenimento".

XXIX Ritorna a casa della Fata, la quale gli promette che il giorno dopo non sarà più un burattino, ma diventerà un ragazzo. Gran colazione di caffè-latte per festeggiare questo grande avvenimento. Mentre il pescatore era proprio sul punto di buttar Pinocchio nella padella, entrò nella grotta un grosso cane condotto là dall’odore acutissimo e ghiotto della frittura. – Passa via! – gli gridò il pescatore minacciandolo e tenendo sempre in mano il burattino infarinato. Ma il povero cane aveva una fame per quattro, e mugolando e dimenando la coda, pareva che dicesse: «Dammi un boccon di frittura e ti lascio in pace». – Passa via, ti dico! – gli ripeté il pescatore; e allungò la gamba per tirargli una pedata. Allora il cane che, quando aveva fame davvero, non era avvezzo a lasciarsi posar mosche sul naso, si rivoltò ringhioso al pescatore, mostrandogli le sue terribili zanne. In quel mentre si udì nella grotta una vocina fioca fioca, che disse: – Salvami, Alidoro!...