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Il Natale a scuola: racconti, poesie, filastrocche, temi, leggende, percorsi educativo didattici di apprendimento per l'analisi, la comprensione, l'interpretazione del testo

  Il Natale a scuola Le festività del Natale offrono molti spunti sia dal punto di vista didattico, sia educativo. Molto spesso si dice che la scuola italiana non sia al passo coi tempi. Bene, ritengo invece che in alcuni casi sia meglio che la scuola  non si uniformi , non diventi lo specchio deformato di una realtà  volta all'immagine  più che  alla   sostanza ,  alla forma  più che  al contenuto . In particolare le festività natalizie sono diventate principalmente un affare commerciale e diventano l'esatto contrario dell'autentico messaggio di pace e d'amore. E' il momento quindi di andare  contro corrente  e ritornare al significato etimologico della parola Natale che significa  nascita , nascita di Gesù, ed esprime valori universali condivisibili dai credenti e dai non credenti: la pace, l'uguaglianza nella diversità, l'amore per se stessi e per gli altri, la solidarietà, sono valori dell'uomo in quanto tale.  I bambini risponderanno in modo positiv

Perché si dice: "Vivi e lascia vivere"

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Vivi e lascia vivere Nel paese di Terra Inquieta vivevano uomini e donne in perenne lite tra di loro. Questo perché nessuno tollerava gli altri. Se dei bambini giocavano a pallone nel campetto comunale c'era sempre qualcuno pronto a sbraitare contro di loro, colpevoli di aver provocato troppo rumore. Se festeggiavi il Carnevale rovinavi il sonno di qualche abitante che, per vendicarsi, gettava secchi d'acqua sui passanti. Un signore ce l'aveva col vicino perché secondo lui era troppo grasso; ogni volta che l'uomo entrava nel palazzo lo accoglieva con una risatina. La vita degli abitanti era resa triste dalle continue liti per futili motivi. Un bel giorno giunse in paese un enorme gigante, il signor Pax. Con abilità disegnò nel cielo uno stupendo arcobaleno che irradiò di tanti colori tutto il paese e i suoi abitanti. Tutti rimasero a bocca aperta e, un po' tra lo spaventato e lo stupito, uscirono di casa per ammirare lo spettacolo. Si guardarono negli occh

Perché si dice: "Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino"

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Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino Come ogni mattina, il signor Lardo De Lardis, si preparava un'abbondante colazione: tè e latte, del pane tostato con la marmellata, ed una bella fetta di pregiato lardo di colonnata. Quel giorno mentre si accingeva a gustare il copioso cibo sentì degli strani rumori provenienti dalla soffitta. Si alzò di scatto, prese una scala, e cominciò a salire, ma niente, tutto tranquillo, falso allarme. Aveva già l'acquolina in bocca, quando si apprestò a gustare il lardo. Ma quale fu il suo stupore quando vide il piatto desolatamente vuoto. Pensa e ripensa giunse alla conclusione che l'autore del furto alimentare fosse qualche topolino. Preso da un attacco di rabbia il mattino seguente, preparò la colazione come di consueto, tranne che per un particolare, infilò una fetta di lardo in una trappola con tanto di tagliola. Gustò il tè con la marmellata, poi lentamente salì in soffitta. Mentre saliva udì un urlo disperato: -

Perché si dice "Chi dorme non piglia pesci?"

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Chi dorme non piglia pesci C'era una volta un uomo chiamato "Sonno" il quale aveva tre grandi passioni: mangiare, dormire, e andare a pescare. Un mattino di buonora si recò sulle rive di un laghetto armato di canna da pesca e numerose esche. Con grande meticolosità legò un bell'amo sul fondo della lenza e vi infilzò un bel vermetto. Dopo questi preliminari si accovacciò sotto le fronde di un grande albero e iniziò a pescare. Da un cestino tirò fuori un bel panino con del salame, una birretta fresca e, nell'attesa della cattura di qualche bel pesciolino, se lo mangiò con gusto. Di lì a qualche minuto cominciò a sbadigliare, a poco a poco, le palpebre si chiusero e sprofondò in un sonno profondo. Si risvegliò solo dopo qualche ora quando udì una voce che gli chiedeva: - Come va la pesca? Dopo qualche attimo di stupore tirò su la canna da pesca e rivolto all'uomo rispose: - Niente, oggi non è giornata, dipenderà dalla luna nuova!! - E se il motivo f

La descrizione di un fenomeno naturale: "La bufera" (The storm) - La metafora nel testo descrittivo

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La bufera Un enorme tappeto di nuvole bianche, spinte dal vento, invadono il cielo. Si rincorrono negli spazi infiniti, diventano grigie, sempre più scure. Un lampo illumina i volti, un tuono scuote la gente. I fulmini accompagnano la pioggia, per ogni dove è bufera. Infine un raggio di sole squarcia le nubi, ritorna prepotente la quiete. Spunta in cielo l'arcobaleno, ritorna l'azzurro, ritorna il sereno. Un bimbo sorride, il peggio è passato. Ercole Bonjean   © The storm A huge carpet of white clouds, pushed by the wind, invade the sky. They chase each other in the infinite spaces, they become gray, always darker. Lightning illuminates faces, thunder shakes people. Lightning accompanies the rain, every where is storm. Finally a ray of sunshine pierces the clouds, the calm returns overwhelming. The rainbow appears in the sky, the blue returns, the calm returns. A child smiles, the worst is over. Ercole Bonjean   © Sottolineo le metafore

La descrizione breve dell'ambiente: il lago, il temporale.

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Cala il tramonto sulle acque del lago. Piccoli riflessi argentei si specchiano con colori tenui e riflettono con precisione simmetrica le montagne, gli alberi, il cielo, i sassi; sta per giungere la notte, ma il sole non sembra voler cedere il posto all'ombra notturna. Un fulmine squarcia il cielo, illumina per qualche istante il paesaggio, e lo colora di schegge rossastre. Luci lontane invadono gioiose la riva lacustre. Ora una nube nera si profila all'orizzonte. Lampi e tuoni mostrano la propria breve effimera forza, presagio del temporale; è notte quando la pioggia accompagna lieve il riposo dell'uomo. Ercole Bonjean   © Ti potrebbero interessare: Il testo descrittivo Il testo descrittivo breve La descrizione soggettiva ed oggettiva Lo schema per i testi di tipo narrativo, descrittivo, argomentativo Foto di Johannes Plenio da Pixabay

La leggenda della mimosa - Un racconto per l'8 marzo, festa della donna

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La leggenda della mimosa Elena, una giovane donna, si innamorò del Sole, lo guardava attratta dalla bellezza dei suoi raggi e i suoi occhi lo guardavano rapiti dalla sua forza, dal suo calore. Ma il Sole non ricambiò tanto amore e la colpì con lance di fuoco. Lei continuava ad amarlo e lo cercava con lo sguardo. Pianse per giorni cercando di trasmettergli il bene che gli voleva. Ed ecco che le lacrime caddero sul terreno e si trasformarono in tanti piccoli e profumati fiori gialli. Nacque la mimosa, il fiore simbolo della donna. Ercole Bonjean    © Visualizza e stampa Potrebbero anche interessarti: Festa della donna Festa della mamma Festa del papà Racconti, poesie e filastrocche, del maestro Ercole Immagine: improntaunika

Lettera di Babbo Natale ai bambini - Interpretazione del testo

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Cari bambini, ci siamo: è di nuovo Natale! Mi sono giunte richieste da tutte le parti del mondo: tanti bambini, ma anche qualche adulto, mi chiedono tantissime cose e io sono mesi che non faccio altro che preparare regali: è un periodo di grande lavoro! Bambole, video game, auto telecomandate e chi più ne ha, più ne metta. Meno male che una volta preparati i pacchi potrò volare velocissimo dappertutto. L'altro giorno, proprio mentre pensavo di avere terminato il mio lavoro, mi è giunta una strana richiesta: una bambina, di un paese della Liguria, non vuole niente per sé. Ha sentito che nel mondo ci sono guerre, carestie, tanti bambini soffrono la fame. Questa bambina mi scrive:  "Caro Babbo Natale,  io non voglio niente per me, ho già tutto, perché non voli con la tua slitta ad aiutare chi non ha neanche da mangiare?". Ho riflettuto su quanto mi ha scritto questa bambina e penso che abbia ragione. Lavorerò anche la notte, porterò meno regali ai più ricchi

La leggenda delle lacrime del coccodrillo - Lettura e comprensione del testo

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Le lacrime del coccodrillo Scendono a cascata le lacrime del coccodrillo dentro le acque del grande fiume. La luna osserva e ride. Chiede un po’ di luce al sole in ombra e fotografa l’immagine. Piange il coccodrillo, piange per la piccola e fragile gazzella che correva felice tra le rive del fiume. Non correrà più ora, non potrà più cibarsi della gustosa erbetta che cresce vicino alle acque del grande fiume. A questo pensiero le lacrime aumentano insieme al dispiacere ed alla tristezza infinita per quegli istanti di cattiveria. La faccia gialla scompare nel buio del cielo, si sente ancora più solo. Infine perde coscienza e giunge liberatore il sonno. Dorme per poche ore, lo risveglia un flebile raggio di luce. E’ iniziato il cammino dell’alba. La prima sensazione è quella di un grande vuoto. Brontola sempre di più il suo amico stomaco e chiede di essere riempito. Come ogni mattina, a quel segnale, non può in alcun modo dire no; entra dentro al cespuglio più folto e vicinissimo al

La leggenda dell'estate di San Martino - Percorsi educativo didattici di apprendimento

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La leggenda dell'estate di San Martino In una fredda giornata di novembre, un soldato, di nome Martino, incontra un povero vecchio che gli chiede l'elemosina e trema per il freddo. Il cielo è ricoperto di nuvole nere, piove e tira un vento gelido, quasi invernale, il mendicante rischia di morire. Il cavaliere prova una grande pietà e sceso da cavallo, con la spada, taglia in due il suo caldo mantello e lo dona al povero. Il mendicante lo ringrazia con un sorriso e poi continua il suo cammino. Martino prosegue la sua strada mentre la pioggia continua a scendere con forza e il vento continua la sua corsa impetuoso e gelido. Ma ecco che d'improvviso la pioggia cessa di scendere, il vento si placa, il cielo si colora d'azzurro, il sole ritorna: con i suoi caldi raggi riscalda la terra e il cuore degli uomini. Era l'11 di novembre, il giorno dell'estate di San Martino! Ercole Bonjean   © Analisi del testo: Chi sono i protagonisti del raccon

Babbo Natale e le renne - Scheda di verifica per la lettura e la comprensione del testo: I bimestre classe terza.

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Verifica di lettura e comprensione del testo, II bimestre classe terza Babbo Natale e le renne Mancano oramai pochi giorni al Natale e Babbo Natale ha preparato i regali per poter soddisfare le richieste di tutti i bambini del mondo. Comincia a preparare la slitta e, come ogni mattina, si reca nella grande stalla del Polo Nord per dare la colazione alle renne. Le trova distese e senza forze.  Le accarezza sulla fronte e si accorge che hanno la febbre alta. Poche ore dopo è sul posto Polosalus il medico del Polo Nord che presta le prime cure. Niente da fare. Prepara allora una bella iniezione e fa una bella puntura alle povere renne. Nonostante l'intervento del medico la febbre continua a salire e con essa la preoccupazione del babbo dalla lunga barba bianca. Quando oramai tutte le speranze sembravano perdute Babbo Natale si ricorda del suo amico mago Sapiens che non è proprio un medico ma un grande saggio. E' sera quando il sapiente giunge nella stalla ed osserva le

"La scuola di cioccolato" di Ercole Bonjean

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La scuola di cioccolato Un giorno il Ministro della Pubblica Istruzione, pensò di cambiare i programmi e l’organizzazione delle scuole  elementari. Una sera al telegiornale dichiarò: - Finiamola con questa scuola dove i bambini devono studiare per ore ed ore, eseguire i compiti e non fare mai niente che li renda felici. Da ora in poi  a scuola ci si dovrà divertire. Tutte le aule dovranno essere piene di giochi, e di tanti bei dolci: cioccolata, caramelle e tanta tanta Coca Cola. I maestri e le maestre dovranno organizzare feste e giochi, e numerose gite divertenti. Dovranno essere proiettati film e cartoni animati intelligenti. Facendo così i bambini ameranno la scuola e di conseguenza studieranno di più; è tanto semplice. La notizia fece il giro del mondo e tutti lodarono la magnifica iniziativa. I bambini erano felici e già si leccavano i baffi. L’unico ad essere un po’ arrabbiato era il Ministro dell’Economia. Tra sé pensava: “Come faremo a pagare tutti quei giochi, tu

Commemorazione dei defunti: racconto per la scuola primaria "Due novembre".

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Due n ovembre Quanti fiori di tanti colori: bianchi, gialli, rosati, violacei, azzurri come il cielo, in questa insolita giornata di novembre. Sono tiepidi oggi i raggi di un pallido sole; compare di tanto in tanto a riscaldarci, mentre gli alti cipressi controllano i passanti: con passo lento, in una lunga fila, si avvicinano per l'incontro con i propri cari. L'immagine sbiadita dei marmi è ricoperta da strisce dorate e solenni. In disparte una serie di croci senza nome, semplici, in legno povero, senza fiori. Solo i bambini fanno festa lì intorno, e giocano a nascondino, e corrono veloci per arrivare primi alla meta. Ora il luogo diventa un giardino colorato, si riempie di profumi e chiacchierii, di tanto in tanto una lacrima bagna la terra, vola tra le grigie nuvole una semplice preghiera. Ercole Bonjean   © Post simili a questo tema: "Pianto antico" di Giosuè Carducci: prosa e commento della poesia per la scuola primaria e media inferiore "X

"Ad un passo dalla costa" (proposta di lettura sul tema dell'immigrazione per la classe quinta della scuola primaria)

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A d un passo dalla costa Luci lontane compaiono nel buio profondo del cielo e del mare, ci siamo, ci siamo quasi. Il tempo dà il ritmo alla barca: lenta lenta cerca il nord. D'improvviso un grande falò illumina i volti, ma non è il calore che dà vita: è solo un altro demone che toglie ogni speranza. Nelle nere acque, quando sembra arrivata la fine, una forte e grande mano mi riporta in superficie. Non ho il tempo di incontrare il suo volto e sogno, sogno di approdare in un'isola di pace dove cicatrizzare le ferite e ricominciare. Il tepore del sole mi risveglia e mi dà vigore. Cammino su una spiaggia bianchissima, accarezzata da un mare quieto, di un azzurro intenso. In breve tempo però diventa grigio, come le fredde nuvole che ora invadono il cielo. Desidero una coperta dove trovare riparo. Ne scorgo una fila interminabile vicino alla riva, ma oramai, quelle coperte, non riscaldano più. Ercole Bonjean  © Visualizza e stampa con Google Docs Post correlati a questo

Racconto di Natale: "A letto con la febbre" di Ercole Bonjean

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A letto con la febbre Tra poco sarà Natale , Giulia ha una brutta febbre. Ha tanto freddo ma la mamma continua a dire che è calda, troppo calda. La bambina è giù di morale, non potrà alzarsi domani e neppure aprire i regali. Scocca ormai la mezzanotte quando riesce a prendere sonno. Nel sogno le appare Babbo Natale. Ha un pancione enorme ed una grande barba bianca, non porta regali con sé ma ha in braccio un bambino grassottello. Il piccolo la guarda negli occhi e sorride. Si sveglia molto presto e non ha più la febbre: è contenta. Qualcuno la osserva: “Mamma è tanto che voglio dirtelo, vorrei un fratellino”. Il volto le si avvicina sempre di più sino a sfiorarle l'orecchio, ora quella voce la accarezza: “E' qui con noi, tu non lo vedi perché è dentro di me”. Ercole Bonjean  © Ti potrebbero interessare: Fiaba di Natale: "Gli aiutanti di Babbo Natale" - Schema del testo di fantasia Lettera di Babbo Natale ai bambini - Interpretazio

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"Fa freddo" filastrocca a rima alternata di Gianni Rodari

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"La stella cometa" - La poesia, il lavoro in classe.

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Comprendo, illustro, memorizzo, la poesia "Regalo di Natale"