"Meriggiare pallido e assorto" poesia di Eugenio Montale
Meriggiare pallido e assorto
Meriggiare
pallido e assorto
presso
un rovente muro d’orto,
ascoltare
tra i pruni e gli sterpi
schiocchi
di merli, frusci di serpi.
Nelle
crepe del suolo o su la veccia
spiar
le file di rosse formiche
ch’ora
si rompono ed ora si intrecciano
a
sommo di minuscole biche.
Osservare
tra frondi il palpitare
lontano
di scaglie di mare
mentre
si levano tremuli scricchi
di
cicale dai calvi picchi.
E
andando nel sole che abbaglia
sentire
con triste meraviglia
com’è
tutta la vita e il suo travaglio
in
questo seguitare una muraglia
che
ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Eugenio Montale
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