Il Natale a scuola: racconti, poesie, filastrocche, temi, leggende, percorsi educativo didattici di apprendimento per l'analisi, la comprensione, l'interpretazione del testo

  Il Natale a scuola Le festività del Natale offrono molti spunti sia dal punto di vista didattico, sia educativo. Molto spesso si dice che la scuola italiana non sia al passo coi tempi. Bene, ritengo invece che in alcuni casi sia meglio che la scuola  non si uniformi , non diventi lo specchio deformato di una realtà  volta all'immagine  più che  alla   sostanza ,  alla forma  più che  al contenuto . In particolare le festività natalizie sono diventate principalmente un affare commerciale e diventano l'esatto contrario dell'autentico messaggio di pace e d'amore. E' il momento quindi di andare  contro corrente  e ritornare al significato etimologico della parola Natale che significa  nascita , nascita di Gesù, ed esprime valori universali condivisibili dai credenti e dai non credenti: la pace, l'uguaglianza nella diversità, l'amore per se stessi e per gli altri, la solidarietà, sono valori dell'uomo in quanto tale.  I bambini risponderanno in modo positiv

Perché si dice: "Aiutati che Dio t'aiuta"

 


Aiutati che Dio t’aiuta

Il signor Sfortuna viveva nel continuo rammarico di essere un uomo poco fortunato. Girava per la città e osservava la gente in fermento che affollava gli autobus per recarsi al lavoro. “Beati loro” diceva a sé stesso “io un lavoro non l'ho mai avuto” e per consolarsi si recava al suo solito bar per gustarsi un buon cappuccino e una brioche alla marmellata. “Povera mia moglie, lavora tutto il santo giorno ed io non posso aiutarla, sono troppo triste per poterlo fare”.

Come ogni mattina, nel silenzio della piccola chiesetta del suo quartiere pregava Dio di aiutarlo a trovare un'occupazione, a condurre una vita normale.

Mentre pregava ad alta voce un anziano signore ascoltava in silenzio, si nascose dietro l'altare e da lì con voce altisonante proferì: “Aiutati che Dio t'aiuta!!”.

Il signor Sfortuna si girò intorno e non vide nessuno, era solo, desolatamente solo. Ma chi aveva parlato? Impallidì dallo spavento e cominciò a sudare freddo. Corse a casa e non c'era ancora nessuno: triste ed impaurito uscì di casa senza una meta precisa. Girovagò per ore, ripensando a quanto accaduto, finché non si ritrovò di fronte al solito bar. In bella evidenza comparve ai suoi occhi un cartello: “Cercasi cameriere”.

Senza pensarci un secondo si presentò e chiese di essere assunto; inaspettatamente ottenne il lavoro. Mentre si recava a casa, ripensando a quanto accaduto, si sentì felice come non lo era mai stato. E' proprio vero pensò: “Aiutati che Dio t'aiuta”.

Ercole Bonjean  ©

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Racconti, poesie e filastrocche, del maestro Ercole 


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