"I due volti della Pasqua" poesia di Ercole Bonjean

Le terribili tragedie delle guerre in Ucraina e in Palestina, la recente orribile strage a Mosca, fanno riflettere su quanto sia importante vivere in pace e superare ogni tipo di barriera che possa essere d'ostacolo alla libertà d'ogni popolo della Terra. L'arte, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, tutto ciò che è cultura, può aiutare a combattere la la guerra e ogni forma di violenza, a formare cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. La scuola può pertanto fare molto per formare coscienze libere: " la libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare". Quant'è vera questa affermazione di Piero Calamandrei! Ce ne accorgiamo in questi giorni in cui tutte le nostre sicurezze sono messe in forse e "l'aria comincia a mancare". Mi rincuora vedere, in questi giorni di disperazione, quanta solidarietà sia nata in tutto il mondo a favore di chi è stato colpito da un'immane violenza

Il mito classico: "Proserpina" - Analisi del testo e riassunto (classe quinta - prima media)

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Proserpina

Cerere, dea romana dei campi e dei raccolti, era rappresentata con le mani colme di spighe e di papaveri. Nelle sue feste si celebravano la gioia e l'abbondanza.
Ma un giorno l'unica sua figlia, Proserpina, fu rapita da Plutone, che la sposò e la condusse nel regno sotterraneo, in profonde grotte senza sole. Cerere, allora, si strappò la corona di spighe di grano e di colorati frutti e girò disperata per il mondo in cerca della figlia. Aveva rinunciato a proteggere la Terra.
In quel periodo i campi non diedero messi e sugli alberi non maturarono frutti. Perciò gli uomini, minacciati dalla fame, si rivolsero a Giove. Questi ordinò al re del mondo sotterraneo di lasciare che Proserpina tornasse da sua madre, ma Plutone non voleva che la sua sposa lo abbandonasse. Alla fine fecero un patto: ogni anno Proserpina avrebbe passato sei mesi nell'oscuro regno del suo sposo (sulla terra sarebbe stato il tempo dei rami spogli e dei gelidi campi) e sei mesi con la madre Cerere che, per la gioia, avrebbe di nuovo fatto germogliare e maturare il grano, fiorire e fruttificare gli alberi. Con Proserpina, sulla Terra, sarebbero tornati i giorni della primavera e dell'estate.

Analizziamo il testo ed elaboriamo un riassunto.
  • Chi era Cerere?
  • Cosa si celebrava nelle sue feste?
  • Cosa accadde un giorno a sua figlia Proserpina?
  • Da chi fu rapita e dove venne portata?
  • Come reagì Cerere? Dove si recò?
  • Cosa accadde alla Terra?
  • A chi chiesero aiuto gli uomini?
  • Cosa ordinò Giove a Plutone? Come reagì quest'ultimo?
  • Quale patto fecero?
  • Cosa fece Cerere? Cosa accadde alla Terra?
Cerere era la dea romana dei campi e dei raccolti e nelle sue feste si celebrava la gioia e l'abbondanza. Accadde che un giorno sua figlia Proserpina venne rapita da Plutone che la sposò e la condusse nel regno sotterraneo, in profonde grotte senza sole. Cerere non protesse più la Terra e girò disperata per il mondo in cerca della figlia; i campi non diedero più il grano e gli alberi smisero di donare i frutti. Gli uomini chiesero aiuto a Giove che ordinò a Plutone di liberare Proserpina. Ma Plutone non acconsentì. Fecero pertanto un patto: Proserpina avrebbe trascorso sei mesi  con la madre Cerere e sei mesi nel regno del suo sposo. Cerere, dalla gioia, fece di nuovo crescere il grano e fruttificare gli alberi. Con Proserpina tornarono sulla Terra la primavera e l'estate.

(classe quinta - prima media)

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