Scuola e immigrazione: poesie, filastrocche, temi.
I
temi, le poesie e filastrocche, presenti in questo post esprimono il
punto di vista dei bambini sul tema dell'immigrazione. I lavori che
vi propongo hanno ottenuto nel 2008 il premio "De Amicis",
concorso di scrittura creativa intitolato "Dalle Ande agli
Appennini".
Pelle gialla, bianca, rossa o marrone
La
pelle
Pelle
bianca come la cera
pelle
nera come la sera
pelle
arancio come il sole
pelle
gialla come il limone:
tanti
colori come i fiori.
Di
nessuno puoi fare a meno
per
disegnare l'arcobaleno.
Chi
un solo colore amerà
un
cuore grigio sempre avrà.
Valentina,
classe quinta
Tema:
“Racconto la mia esperienza con i compagni di scuola stranieri”
Fin
dai primi anni dell'asilo ho imparato a conoscere bambini provenienti
da paesi diversi dal mio.
Andando
avanti con gli anni ho avuto la splendida opportunità di potermi
confrontare quotidianamente con un sempre maggiore numero di compagni
stranieri apprezzando molto spesso i loro caratteri e la loro
cultura.
Nella
mia famiglia sono sempre cresciuta con una educazione basata sul
rispetto e, come dice sempre mio papà, sulla tolleranza.
Posso
capire che non è sempre facile, soprattutto per le persone più
anziane, capire questo nuovo mondo, questa nuova realtà.
Io
devo ammettere di aver avuto qualche problema, qualche bisticcio,
qualche parola non sempre gentile con alcuni di questi bimbi, non
certo dovuti alla loro provenienza, ma solo, come avviene con tutti
gli altri, per stupidi motivi e per piccoli egoismi che purtroppo
tutti noi abbiamo.
Sono
felice ed orgogliosa di aver conosciuto l'intelligenza di Nik,
proveniente dall'Albania, la bontà d'animo di Amal, proveniente
dalla Tunisia, la furbizia di Miriam, anch'essa di origine Nord
Africana.
In
questo momento non vorrei dimenticare altri nomi o altre facce,
vorrei solo capire il perché di tante paure, di tanti dubbi che
spesso mi capita di sentire nei discorsi delle persone adulte.
Io,
con questa piccola ed umile lettera, vorrei dire loro che è
bellissimo vivere e imparare conoscenze provenienti da nazioni
diverse dalla mia, che è stupendo giocare, danzare ed abbracciare
chiunque.
Mi
sento realmente fortunata di essere in questi anni, anche per merito
della famiglia e della scuola, ho potuto comprendere che è
profondamente sbagliato avere timore e sospetto nei confronti dei
cittadini extracomunitari ed è invece sicuramente giusto e
soprattutto naturale avere rispetto dei diritti, della dignità,
delle opinioni di tutti.
Chiara,
classe quinta
La
pelle
Pelle gialla, bianca, rossa o marrone
senza
distinzione di colore.
Se
vieni dall'America, dall'Africa, dall'Asia
o
dall'Europa
di
importanza ce n'è poca
e
se adori diversi dei
sempre
uno di noi sei.
Se
un tesoro vuoi trovare
nessuna
distinzione devi fare
e
chi un solo colore adorare vuole
vedrà
in modo diverso il sole
Giorgio,
classe quinta
La
speranza
Fuggono
via dalla guerra, dalla fame
e
dal terrore
con
in cuore una speranza
di
un futuro migliore
abbandonando
la loro famiglia
e
il loro paese natale
viaggiando
per terra e per mare
affrontando
pericoli disumani,
a
volte incontrando anche la morte
in
cerca di un domani
ma
con una fede molto forte.
Purtroppo
arrivati a destinazione
non
trovano sempre una posizione.
Nei
loro cuori tanto dolore, soli in terre lontane
con
la disperazione e la fame
Giorgio,
classe quinta
Sono
qui!
È
difficile spiegare cosa si prova a cambiare definitivamente vita. Si
cerca sempre la via giusta, quella che ti fa sperare di trovare la
serenità in un posto sconosciuto, pieno di difficoltà.
Non
si può sapere cosa ti riserva il futuro. Affronti la sfida
consapevole, come nel caso dei miei genitori, di poter fallire
nell’intento di far crescere i tuoi figli al meglio possibile, nel
dare loro una buona educazione e cercare di scegliere il proprio
futuro in un paese in cui possono esserci prospettive migliori di
vita. Non esiste una motivazione piacevole che ti porti a cambiare la
tua vita e di conseguenza quella dei tuoi figli. Le motivazioni
possono essere varie ma la più importante di tutte è quella di
trovare un lavoro onesto che ti aiuti a vivere degnamente. Sono
persone leali che, molto probabilmente, hanno vissuto nella povertà.
La mia famiglia non era molto povera ma, purtroppo o per fortuna, i
miei genitori hanno deciso lo stesso di provare a dare, a me e a mio
fratello, una vita migliore. Per fare tutto ciò loro hanno dovuto e
continuano tuttora a lavorare davvero molto, come tante persone
oneste. La loro vita si è basata e si basa tuttora sulla voglia
continua di renderci più sereni. Ne ho versate di lacrime i primi
giorni quando sono venuta qua, in Italia, ma so bene che ora non mi
posso lamentare di niente perché fortunatamente, quando si è
piccoli, si apprende più facilmente, si ha la volontà di conoscere
persone, imparare e, soprattutto di sorridere tanto! Quando non
conosci nessuno e hai davvero necessità di qualcosa d’importante,
non è facile trovare qualcuno che voglia davvero darti il suo
appoggio senza ricevere nulla in cambio. La maggior parte delle
persone a cui chiedi aiuto pretende sicuramente un riconoscimento
materiale. Quando però, per caso, riesci a trovare la persona che è
buona nell'animo, quella che si accontenta solo di renderti felice
(magari sa quanto è difficile per te riuscire, per esempio, a
trovare lavoro o, ancora più importante, una casa in cui non devi
dormire in quattro persone nello stesso letto), ti senti la persona
più felice di questo ingiusto mondo perché sai che tutto quello per
cui ti stanchi prima alla fine viene ricambiato. Così facendo, puoi,
dopo una giornata di duro lavoro, riuscire a sorridere e sai che per
quella persona che ha voluto aiutarti, proverai profonda gratitudine
e dovuto rispetto. Ricordo ancora bene, anche se avevo poco più di
cinque anni, il viaggio lungo e rischioso che abbiamo trascorso in
una piccola barchetta piena di persone che, probabilmente, come noi,
andavano in contro a molte incertezze, ma nonostante ciò non si sono
voluti fermare. Stringevo forte i miei genitori come se sapevo che da
un momento all’altro potesse accadere qualcosa di terrificante. Per
rasserenarli e per non far loro capire che ero a dir poco impaurita,
facevo finta di dormire. Ma il tempo non passava mai. Avevo sempre
più paura. Pregavo. Pio, alla fine siamo arrivati in una spiaggia.
Non c’era nessuno, il buio che ci circondava e noi in cerca di una
strada da seguire. Quella strada mi ha portata fin qua a raccontare
la mia storia. Ora frequento l’ultimo anno di scuola superiore.
Sono felice ma non so ancora cosa ne sarà del mio futuro … Spero
solo di non dover più rivivere la stessa avventura.
Francesca,
classe quinta
I
bambini stranieri nelle scuole italiane
Negli
ultimi anni la scuola italiana, compresa la nostra, si è tinta di
tanti colori e di tanti nomi italiani e stranieri che l'insegnante
pronuncia ogni mattina. Ogni classe diventa una piccola società dove
si incontrano persone di culture diverse, ognuna con la propria
lingua, la propria religione, le proprie tradizioni, le proprie
culture e le proprie usanze, come nella nostra classe, dove noi
bambini italiani conviviamo con compagni turchi, albanesi, tunisini.
La
comunicazione non è sempre stata facile soprattutto a causa della
lingua che i compagni stranieri hanno dovuto imparare più tardi e
con qualche difficoltà, ma una volta superato l'ostacolo della
lingua, è stato piacevole confrontarsi con le loro abitudini e
usanze.
Abbiamo
scoperto che lavorare insieme non è solo più piacevole, ma anche
vantaggioso. Quando riusciamo a comunicare, giocare e lavorare
insieme, con la voglia e la pazienza di conoscere il pensiero degli
altri, le cose vengono meglio.
Purtroppo
ancora troppe persone ritengono che i bambini stranieri abbiano una
marcia in meno di quelli italiani e che da adulti non potranno
permettersi di realizzare nel lavoro e di avere comunque una vita
dignitosa, solo perché li considerano diversi, di serie B. E'
proprio la scuola la prima piccola società, nella quale i bambini
stranieri entrano in contatto con i bambini italiani, che deve dare
una svolta importante per favorire un inserimento e un'integrazione
serena e positiva.
Siamo
tutti uguali anche se diversi, non importa il colore della pelle, è
meglio essere diversi perché sarebbe noioso essere tutti uguali
Dobbiamo
rispettarci e vivere in pace.
Alice,
Anna, Valeria, Lucrezia, lavoro di gruppo classe quinta
Amal,
una cara amica tenera e sensibile
Era
il primo giorno di scuola ed in classe entrò una bambina che, dal
colore della pelle, appariva subito straniera: fu in quel momento che
il maestro ci presentò Amal.
Il
suo sguardo sembrava un po' smarrito, era confusa e disorientata, si
chiudeva spesso nei suoi pensieri.
Certo
non è facile venire da un altro paese ed adattarsi subito alle
usanze ed alle idee del nostro mondo occidentale.
Per
qualunque bambino sarebbe uno cho cambiare da un giorno all'altro
modo di vivere.
Questa
bambina parlava a malapena la nostra lingua ed era un grosso problema
comunicare con lei.
Amal
è di statura media ed ha una corporatura robusta e per questo
qualche volta i nostri amici maschi, non comportandosi da veri
gentiluomini, la prendono in giro in modo poco simpatico e
maleducato:questo atteggiamento suscita l'antipatia di tutti.
Al
contrario, a nostro avviso, per la sua corporatura, appare
particolarmente simpatica, molto educata, generosa e gentile.
Il
suo viso è paffuto sempre sorridente e no si scoraggia mai. Ha
enormi occhi che sembrano due nocciole, molto espressivi, dolci e
profondi, divisi da un naso a patatina. Le labbra sono piccole e
sottili, di colore roseo.
Amal
si muove in modo incerto e timido, trasmettendo un po' di tristezza.
Questo, secondo noi, è dovuto al fatto che viene spesso e
ingiustamente derisa provocando in lei una forte insicurezza.
Non
è un segno positivo, infatti dobbiamo farle capire che è uguale a
noi.
Amal,
nei nostri confronti, è sempre stata anche troppo brava, ci faceva
mille regali in segno di amicizia: veramente troppi! Noi tanti regali
non glieli abbiamo mai fatti e forse ha sempre un po' esagerato,
probabilmente era un modo per entrare nel nostro “club” …
E'
una bambina che non sa crearsi una propria personalità e cerca di
assomigliare agli altri per farsi piacere, dovrebbe cercare nel suo
cuore le cose che veramente le piacciono.
Una
volta Amal era stata presa in giro dai maschi ed alcuni lo avevano
detto al maestro: subito noi ragazze eravamo intervenute difendendo
Amal come in una specie di processo: alcune bambine erano gli
avvocati, altre la giuria, i bambini gli indagati, il maestro il
giudice. Amal vinse la causa e i maschi, come pena, ebbero pesanti
castighi. Amal rimase un po' mortificata a causa dei bambini, anche
se erano stati poco rispettosi nei suoi confronti.
Per
finire diciamo che Amal è una bambina troppo insicura di sé, anche
se buona e gentile: deve imparare solo a sentirsi pari agli altri e
cercare di capire che non deve migliorarsi perché è già quasi
perfetta.
Sara,
Elena, Miriam, lavoro di gruppo
Il
gelato alla pace
Pelle
gialla come il limone,
pelle
bianca come la panna,
pelle
nera come il caffè,
pelle
rosea come la fragola:
"Gelataio
voglio un quartetto!!
Senza
l'ombra di dispetto!
Limone,
panna, fragola, caffè,
non
siamo in tre.
Senza
traccia di monotonia che pace sia".
Francesca,
classe quinta
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