La scuola per la pace: poesie, filastrocche, testi di vario tipo, spunti di riflessione contro la guerra

Le terribili tragedie delle guerre in Ucraina e in Palestina fanno riflettere su quanto sia importante vivere in pace e superare ogni tipo di barriera che possa essere d'ostacolo alla libertà d'ogni popolo della Terra. L'arte, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, tutto ciò che è cultura, può aiutare a combattere la la guerra e ogni forma di violenza, a formare cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. La scuola può pertanto fare molto per formare coscienze libere: " la libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare". Quant'è vera questa affermazione di Piero Calamandrei! Ce ne accorgiamo in questi giorni in cui tutte le nostre sicurezze sono messe in forse e "l'aria comincia a mancare". Mi rincuora vedere, in questi giorni di disperazione, quanta solidarietà sia nata in tutto il mondo a favore di chi è stato colpito da un'immane violenza che non trova giustificazione alcuna. 

"Il nocciolo" di Lev Tolstoj - Lettura, comprensione, ed interpretazione del testo - La similitudine nel testo narrativo

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Il nocciolo

La mamma aveva comprato alcune susine per i suoi bambini e le aveva messe in un piatto. Giovannino non aveva mai mangiato susine e si avvicinava continuamente al piatto per fiutarle. Il loro profumino gli piaceva; egli aveva una gran voglia di assaggiarle.
Quando Giovannino rimase solo nella stanza, non poté più resistere: prese una susina e la mangiò.
La mamma, prima del pranzo, contò le susine e vide che ne mancava una. Lo disse sottovoce al babbo.
Terminato il pranzo, il babbo domandò:
- Uno di voi ha forse mangiato una susina?
Tutti risposero di no. Giovannino diventò rosso come un gambero, ma rispose di no anche lui. No, proprio non ne aveva mangiate.
- Non è bene che qualcuno di voi abbia mangiato una susina - disse il babbo facendosi pensieroso. - ma questo è niente. La cosa più grave è che le susine hanno un nocciolo, e se qualcuno, non sapendo come si mangiano le susine, inghiotte il nocciolo, il giorno dopo muore. Io temo che succeda qualcosa del genere.
Giovannino impallidì.
- Io non l'ho mangiato il nocciolo - disse. - Io l'ho gettato fuori dalla finestra ...
Tutti risero. Ma Giovannino no, Giovannino non rise.
Anzi, per la vergogna si mise a piangere.

Leone Tolstoj

Analisi e comprensione del testo
  1. Quali sono i personaggi di questo racconto?
  2. Cosa compra la mamma?
  3. Cosa fa Giovannino?
  4. Chi si accorge che manca una susina?
  5. Cosa domanda il babbo?
  6. Cosa rispondono i bambini e Giovannino?
  7. Cosa dice il babbo?
  8. Come reagisce Giovannino alle parole del babbo?
  9. Perché viene scoperto?
  10. Per quale motivo tutti ridono?
  11. Perché Giovannino si mette a piangere?
Interpretazione del testo
  • Cosa significa il proverbio "Le bugie hanno le gambe corte"?
  • Lo trovi adatto a questa storia?
Nel testo è presente una similitudine. Prova ad individuarla e sottolineala in rosso.

Il nocciolo

La mamma aveva comprato alcune susine per i suoi bambini e le aveva messe in un piatto. Giovannino non aveva mai mangiato susine e si avvicinava continuamente al piatto per fiutarle. Il loro profumino gli piaceva; egli aveva una gran voglia di assaggiarle.
Quando Giovannino rimase solo nella stanza, non poté più resistere: prese una susina e la mangiò.
La mamma, prima del pranzo, contò le susine e vide che ne mancava una. Lo disse sottovoce al babbo.
Terminato il pranzo, il babbo domandò:
- Uno di voi ha forse mangiato una susina?
Tutti risposero di no. Giovannino diventò rosso come un gambero, ma rispose di no anche lui. No, proprio non ne aveva mangiate.
- Non è bene che qualcuno di voi abbia mangiato una susina - disse il babbo facendosi pensieroso. - ma questo è niente. La cosa più grave è che le susine hanno un nocciolo, e se qualcuno, non sapendo come si mangiano le susine, inghiotte il nocciolo, il giorno dopo muore. Io temo che succeda qualcosa del genere.
Giovannino impallidì.
- Io non l'ho mangiato il nocciolo - disse. - Io l'ho gettato fuori dalla finestra ...
Tutti risero. Ma Giovannino no, Giovannino non rise.
Anzi, per la vergogna si mise a piangere.

Leone Tolstoj

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Immagine: youkid

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