"Il pesco e il noce" di Leonardo da Vinci - Analisi del testo
Il
pesco e il noce
Un
pesco, che viveva accanto al noce, guardava con invidia il ramo del
suo compagno carico di frutti. “Perché lui deve avere tante noci –
pensava – mentre io ho così poche pesche? Non è giusto. Voglio
provare a fare come lui”. “Non ti ci provare – disse un giovane
susino che gli aveva letto nel pensiero – non vedi che rami grossi
ha il noce? Non vedi che tronco robusto? Ciascuno deve dare secondo
le proprie forze. Pensa a fare delle buone pesche, è la qualità che
importa, non la quantità”. Ma il pesco, accecato dall'invidia, non
volle ascoltare. Chiese alle sue radici di succhiare più sostanza
dalla terra, alle sue fibre di far scorrere più linfa, ai suoi rami
di fiorire di più, ai suoi fiori di trasformarsi in frutti, finché,
giunta la stagione, si trovò carico di pesche da capo a piedi. Ma le
pesche aumentavano di peso e i rami non potevano sostenerle; e
nemmeno il tronco poteva reggere tutti quei rami pieni di pesche. Con
un gemito il pesco si piegò, poi, con un grande schianto, il tronco
si spezzò e tutte le pesche caddero ai piedi del noce.
Leonardo
Da Vinci
Analisi
del testo
- Perché il pesco invidiava il noce?
- Cosa gli consiglia il susino?
- Cosa fa il pesco per aumentare i suoi frutti?
- Perché il tronco del pesco si spezza?
Interpretazione
del testo
- Su che cosa ti vuol far riflettere questa favoletta?
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Image: scienceinpublic
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