Il Natale a scuola: racconti, poesie, filastrocche, temi, leggende, percorsi educativo didattici di apprendimento per l'analisi, la comprensione, l'interpretazione del testo

  Il Natale a scuola Le festività del Natale offrono molti spunti sia dal punto di vista didattico, sia educativo. Molto spesso si dice che la scuola italiana non sia al passo coi tempi. Bene, ritengo invece che in alcuni casi sia meglio che la scuola  non si uniformi , non diventi lo specchio deformato di una realtà  volta all'immagine  più che  alla   sostanza ,  alla forma  più che  al contenuto . In particolare le festività natalizie sono diventate principalmente un affare commerciale e diventano l'esatto contrario dell'autentico messaggio di pace e d'amore. E' il momento quindi di andare  contro corrente  e ritornare al significato etimologico della parola Natale che significa  nascita , nascita di Gesù, ed esprime valori universali condivisibili dai credenti e dai non credenti: la pace, l'uguaglianza nella diversità, l'amore per se stessi e per gli altri, la solidarietà, sono valori dell'uomo in quanto tale.  I bambini risponderanno in modo positiv

Le fiabe classiche - Il gatto con gli stivali

Il gatto con gli stivali

Molti anni fa morì un mugnaio che aveva tre figli. Aognuno di loro lasciò qualcosa: il più grande ereditò il mulino, il figlio di mezzo un asinello e il più piccolo un gatto.
Il maggiore diventò mugnaio, il secondo andò in cerca di fortuna in groppa all'asino e l'ultimo si buttò in terra a piangere.
“Che ci faccio con un gatto?” singhiozzava. “Che sarà di me?”.
Il gatto sentendolo così disperato, si avvicinò e gli disse:
“Non preoccuparti. Trovami un mantello, un cappello con una bella piuma e un paio di stivali nuovi. Al resto ci penso io”.
Il ragazzo si asciugò le lacrime e obbedì.
Il giorno dopo il gatto si infilò gli stivali e, veloce come il vento, corse al castello del re per fargli dono di un coniglio.
“Questo è un regalo del mio padrone, il marchese di Carabas!” disse, offrendo il dono a sua Maestà.
E per sette giorni di fila, si presentò ogni sera al re con nuovi doni: quaglie, lepri, fagiani.
Al castello tutti erano diventati curiosi.
“Che uomo generoso, questo marchese di Carabas!” dicevano a corte.
“Vorremmo tanto conoscere il tuo padrone” disse un giorno la regina al gatto.
“Il marchese di Carabas sarà onorato di invitarvi al suo castello” le rispose il gatto.
Ma appena lo seppe il suo padrone sospirò:
“Ahimè! Tutti scopriranno che sono povero!”.
“Non ti preoccupare e fa' come ti dico” disse il gatto. “Domani andrai al fiume a fare il bagno”.
“Ma non so nuotare” piagnucolò il ragazzo.
“Non importa” rispose il gatto “fidati di me!”.
Il gatto sapeva che il re e la regina sarebbero andati in passeggio in carrozza vicino al fiume.
Furbo com'era, appena sentì arrivare i cavalli, buttò il padrone in acqua e gridò: “Aiuto! Aiuto! Il mio padrone, il marchese di Carabas, sta affogando!”.
Il re ordinò ai servi di salvare il generoso marchese. Poi gli diede splendidi abiti asciutti, disse che lui e la sua sposa non vedevano l'ora di visitare il suo castello e se ne tornò alla reggia.
Il finto marchese scoppiò a piangere, pensando che oal rmai l'avrebbero scoperto, ma il gatto non perse tempo a consolarlo: gli aveva procurato gli abiti, ma adesso doveva trovargli una casa! In un baleno corse al castello dell'orco.
“Dimmi un po', Orco, è vero che i tuoi poteri ti stanno abbandonando disse astutamente il gatto.
“Si dice in giro che sai trasformarti in animali enormi, ma non in quelli piccolini”.
“Stai a vedere!” rispose l'orco offeso e, in un attimo, diventò un topolino. Il gatto allora se lo mangiò in un solo boccone. Poi prese possesso del castello dell'orco, ci portò anche il suo padrone e invitò a cena il re e la regina.
I due sovrani accettarono l'invito e arrivarono con la loro bellissima figlia. Tra la principessa e il mugnaio fu amore a prima vista.
Il re e la regina organizzarono un meraviglioso ballo per il matrimonio e da allora, grazie al gatto con gli stivali, tutti vissero per sempre felici e contenti.

Fonte immagine: Il gatto con gli stivali

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