Le fiabe classiche: "Il brutto anatroccolo"
Il
brutto anatroccolo
Un
pomeriggio d'estate mamma anatra guardava con un sorriso le uova
della sua covata che presto si sarebbero schiuse. “Cric crac”
fece il primo uovo. “Cric crac” fecero una dopo l'altra tutte le
uova. I gusci si ruppero e ne uscirono cinque batuffoli gialli. “Come
siete belli!” disse la mamma. Ma un ultimo uovo, più grande e più
scuro degli altri, era ancora chiuso. Mamma anatra era preoccupata,
ma finalmente anche quello cominciò a scricchiolare. “Pac!” fece
il guscio mentre si rompeva. Mamma anatra fu molto sorpresa quando
vide il suo nuovo piccolo. “Non assomiglia affatto agli altri!”
disse. “E' così grosso, e ha piume grigie e il becco grande!”
“Com'è brutto!” dissero in coro le anatre della fattoria. “Com'è
brutto!” dissero i cinque fratellini. “Pazienza! Diventerà più
bello da grande!” sospirò la mamma, e portò i piccoli al laghetto
a fare la loro prima nuotata.
I
giorni passarono, ma per il brutto anatroccolo non erano giorni
felici. I fratelli lo beccavano, i gatti lo graffiavano, i bambini si
divertivano a dargli la caccia.
Un
pomeriggio, guardando il cielo, il brutto anatroccolo vide dei
meravigliosi uccelli bianchi volare verso il sole. “Come sono
belli! Vorrei volare via con loro!” pensò, e decise di partire
alla ricerca di un posto migliore.
L'anatroccolo
vagò un po' per il mondo solo, triste e affamato. Un giorno arrivò
in una fattoria dove c'erano una gallina e un gatto. “Vieni” gli
dissero. “Se vuoi puoi stare con noi”. Tutto contento lui
accettò, ma la sua gioia non durò a lungo.
“Sai
fare le uova?” gli chiese la gallina.
“No”
rispose l'anatroccolo.
“Sai
fare le fusa?” gli chiese il gatto.
“No”
rispose di nuovo.
“Allora
vattene, perché qui non servi a niente”.
Sconsolato,
il brutto anatroccolo riprese a vagare tutto solo. A un tratto,
attraverso le foglie dei cespugli, scorse il luccichio dell'acqua di
un laghetto. Si avvicinò, ed ecco che sul laghetto vide galleggiare
con grazia gli stessi splendidi uccelli bianchi che un giorno aveva
visto volare verso il sole.
Il
piccolo anatroccolo non poté resistere, voleva stare con loro, così
corse e si tuffò anche lui. “Non mi importa se mi manderanno via a
colpi di becco!” pensò.
Ma
nessuno lo scacciò. Anzi, i bellissimi uccelli gli andarono incontro
e lo accolsero festosi.
Il
brutto anatroccolo abbassò la testa intimidito e, specchiandosi
nell'acqua, si accorse che non era più brutto e goffo, ma era
diventato uno splendido uccello bianco, un meraviglioso cigno!
Fu
il giorno più bello della sua vita!
Commenti
Posta un commento