"I due volti della Pasqua" poesia di Ercole Bonjean

Le terribili tragedie delle guerre in Ucraina e in Palestina, la recente orribile strage a Mosca, fanno riflettere su quanto sia importante vivere in pace e superare ogni tipo di barriera che possa essere d'ostacolo alla libertà d'ogni popolo della Terra. L'arte, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, tutto ciò che è cultura, può aiutare a combattere la la guerra e ogni forma di violenza, a formare cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. La scuola può pertanto fare molto per formare coscienze libere: " la libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare". Quant'è vera questa affermazione di Piero Calamandrei! Ce ne accorgiamo in questi giorni in cui tutte le nostre sicurezze sono messe in forse e "l'aria comincia a mancare". Mi rincuora vedere, in questi giorni di disperazione, quanta solidarietà sia nata in tutto il mondo a favore di chi è stato colpito da un'immane violenza

Le fiabe classiche: "Cenerentola"

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Cenerentola

C'era una volta una ragazza bella, buona e gentile. Purtroppo, aveva una matrigna e due sorellastre brutte, cattive e sgarbate, che la trattavano malissimo e la facevano lavorare tutto il giorno. La sera la ragazza era così stanca che si addormentava in un angolo del camino, sulla cenere: così, visto che nessuno si ricordava più il suo vero nome, tutti la chiamavano Cenerentola.
Un giorno il principe invitò le ragazze in età da marito a un gran ballo. Felici, le sorellastre passarono la giornata a prepararsi, mentre la povera Cenerentola correva avanti e indietro per aiutarle. “Cenerentola! Dov'è finita la mia borsetta?”
“Cenerentola! Sbrigati a pettinarmi!” “Cenerentola! Questo vestito è da accorciare!”
Quando finalmente partirono per il castello, Cenerentola scoppiò in lacrime. “Come mi piacerebbe andare al ballo!” singhiozzava. Per fortuna la sua fata madrina la sentì piangere e volle accontentarla. “Basta lacrime, ti aiuto io!” le disse. E, con qualche colpo di bacchetta magica, trasformò una zucca in una carrozza dorata, con sei magnifici cavalli e un elegante cocchiere baffuto. Poi trasformò gli stracci di Cenerentola nel più bel vestito mai visto e i suoi zoccoli in scarpette di cristallo. Infine le raccomandò; “Ora corri al ballo e divertiti. Ma ricorda: devi tornare prima che scocchi la mezzanotte, perché allora l'incantesimo finirà!”.
Quando Cenerentola fece il suo ingresso nel salone, era così bella che venne accolta da un “Ooooh” di meraviglia, e il principe ballò solo con lei per tutta la sera. Ma, poco prima di mezzanotte, Cenerentola ricordò ciò che le aveva detto la fata, e scappò via così in fretta che perse una scarpetta.
Il principe, che aveva seguito Cenerentola sperando di fermarla, raccolse la sua scarpetta e disse: “Sposerò solo colei che riuscirà a calzarla”.
Il giorno dopo, per ritrovare la fanciulla del ballo, il principe fece provare la scarpetta di cristallo a tutte le ragazze del regno, ma nessuna aveva un piedino tanto piccolo. Mentre tornava al castello, triste e sconsolato, una fanciulla coperta di stracci gli chiese: “Posso provarla anch'io?”. Un po' stupito il principe acconsentì, e Cenerentola porse il piedino che scivolò nella scarpa senza fatica. Il principe allora la riconobbe e la portò con sé al castello.

Dopo qualche tempo si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.

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