"I due volti della Pasqua" poesia di Ercole Bonjean

Le terribili tragedie delle guerre in Ucraina e in Palestina, la recente orribile strage a Mosca, fanno riflettere su quanto sia importante vivere in pace e superare ogni tipo di barriera che possa essere d'ostacolo alla libertà d'ogni popolo della Terra. L'arte, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, tutto ciò che è cultura, può aiutare a combattere la la guerra e ogni forma di violenza, a formare cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. La scuola può pertanto fare molto per formare coscienze libere: " la libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare". Quant'è vera questa affermazione di Piero Calamandrei! Ce ne accorgiamo in questi giorni in cui tutte le nostre sicurezze sono messe in forse e "l'aria comincia a mancare". Mi rincuora vedere, in questi giorni di disperazione, quanta solidarietà sia nata in tutto il mondo a favore di chi è stato colpito da un'immane violenza

Il primo giorno di scuola: i miei ricordi, le mie emozioni. Scuola primaria, classe quinta.

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Tema

Una giornata di scuola che rimarrà sempre impressa nei miei ricordi.

Sono trascorsi molti anni dall'inizio della scuola ma una giornata che ricordo particolarmente è quella del mio primo giorno scolastico.
Erano le sette di mattina, mi rigiravo nel letto pensando a che cos'era accaduto il giorno prima. Ad un tratto sentii suonare la sveglia e molto agitata mi alzai: “Devo andare a scuola!” dissi con tono molto ripetitivo.
Dopo essermi preparata io, mia madre, mio padre e mia sorella partimmo con la macchina verso Piazza Roma. Avevo PAURA.
Arrivati nella piazza aspettammo il suono della campanella che avvisava l'entrata degli alunni. Così entrammo e percorremmo un lungo corridoio: “Ecco il maestro!” disse mio padre che lo conosceva da molto tempo.
Subito lo guardai negli occhi e notai che era una persona veramente simpatica.
Egli mi disse: “Dai forza entra”.
Io molto agitata, ma felice, entrai. C'erano almeno venti bambini ed io non sapevo con chi mettermi vicino. Ad un tratto vidi una bambinetta tutta riccia sola soletta e così decisi di mettermi vicino a lei. Le chiesi come si chiamava e lei mi disse che si chiamava Arianna. “Che bel nome!” esclamai. Tutti ci sedemmo e il maestro ci chiese i nostri nomi, subito dopo lui si presentò e disse: “Ciao io mi chiamo Ercole”. Però non c'era solo il maestro, c'erano anche altre due maestre: una di nome Rita e l'altra di nome Tilde.
Con questi maestri io mi sono molto divertita e per me è stata una giornata davvero indimenticabile!

(Alice, classe quinta)

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