Un racconto per amare di più la natura e meno il cellulare: "Il Bosco Incantato di Pixel" (creato da Copilot microsoft)

**Il Bosco Incantato di Pixel** C'era una volta un bosco incantato chiamato Pixel, dove gli alberi sussurravano storie antiche e i fiori danzavano al ritmo del vento. In questo bosco magico, viveva un piccolo folletto di nome Luce, che aveva il potere di far brillare le cose con un semplice tocco. Un giorno, Luce notò che i bambini del villaggio vicino passavano tutto il loro tempo a fissare dei piccoli rettangoli luminosi, chiamati cellulari, dimenticandosi di giocare all'aria aperta. Preoccupato, Luce decise di usare la sua magia per mostrare ai bambini la bellezza della natura. Con un pizzico di polvere di stelle, Luce fece sì che ogni cellulare mostrasse immagini del bosco incantato. Gli alberi sembravano così reali che i bambini sentirono il profumo del muschio e il canto degli uccellini. Incantati, misero da parte i cellulari e corsero verso il bosco. Arrivati nel bosco, i bambini scoprirono un mondo di meraviglie. Inseguirono farfalle arcobaleno, costruirono castelli di

"I mesi dell'anno", filastrocca a rima baciata di Angiolo Silvio Novaro

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I mesi dell'anno

Gennaio mette ai monti la parrucca,
Febbraio grandi e piccoli imbacucca;
Marzo libera il sol di prigionia,
April di bei color gli orna la via;
Maggio vive tra musiche d'uccelli,
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;
Luglio falcia le messi al solleone,
Agosto, avaro, ansando le ripone;
Settembre i dolci grappoli arrubina,
Ottobre di vendemmia empie le tina;
Novembre ammucchia aride foglie in terra,
Dicembre ammazza l'anno, e lo sotterra.


Angiolo Silvio Novaro


Molto carina questa filastrocca, dello scrittore ligure Angiolo Silvio Novaro, i bambini la impareranno con grande facilità grazie ai versi in rima baciata. Interessante l'approfondimento linguistico, la spiegazione di parole quali: imbacucca, solleone, arrubina, empie.
Di valore creativo, e di decodificazione del testo poetico, l'illustrazione dei mesi.

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Commenti

  1. Bravissimo!, ha tutta la mia gratitudine, con piacere ho letto questa poesia imparata a scuola di cui avevo dimenticato alcune rime, rileggerla ora che sono in pensione mi rida’ quell’animo di bambina che un po’ di era assopito. Spero che nelle scuole questa ed altre poesie vengano ancora insegnate ai bambini che tanto ne hanno bisogno; la lascio con una filastrocca che non ho mai dimenticato: “La comare”La comare andò’ al mercato ed un cavolo compro’

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  2. Grazie per questa iniziativa, sono un’infermiera in pensione, finalmente posso dedicarmi alle cose trascurate da tempo, tante filastrocche mi sono venute utili nella vita di tutti i giorni ma questa l’avevo dimenticata, ne ricordo bene un’altra “La comare” La comare andò’ al mercato

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  3. bellissime queste rime imparate a scuola me le ricordo tutte grazie

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  4. La sto leggendo ora alla mia mamma di 97 anni e che non se la ricordava tutta, la ringrazio

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  5. Grazie a te per il commento. Un caro saluto a tua mamma.

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