Un racconto per amare di più la natura e meno il cellulare: "Il Bosco Incantato di Pixel" (creato da Copilot microsoft)

**Il Bosco Incantato di Pixel** C'era una volta un bosco incantato chiamato Pixel, dove gli alberi sussurravano storie antiche e i fiori danzavano al ritmo del vento. In questo bosco magico, viveva un piccolo folletto di nome Luce, che aveva il potere di far brillare le cose con un semplice tocco. Un giorno, Luce notò che i bambini del villaggio vicino passavano tutto il loro tempo a fissare dei piccoli rettangoli luminosi, chiamati cellulari, dimenticandosi di giocare all'aria aperta. Preoccupato, Luce decise di usare la sua magia per mostrare ai bambini la bellezza della natura. Con un pizzico di polvere di stelle, Luce fece sì che ogni cellulare mostrasse immagini del bosco incantato. Gli alberi sembravano così reali che i bambini sentirono il profumo del muschio e il canto degli uccellini. Incantati, misero da parte i cellulari e corsero verso il bosco. Arrivati nel bosco, i bambini scoprirono un mondo di meraviglie. Inseguirono farfalle arcobaleno, costruirono castelli di

I bambini stranieri nelle scuole italiane

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I bambini stranieri nelle scuole italiane

Negli ultimi anni la scuola italiana, compresa la nostra, si è tinta di tanti colori e di tanti nomi italiani e stranieri che l'insegnante pronuncia ogni mattina. Ogni classe diventa una piccola società dove si incontrano persone di culture diverse, ognuna con la propria lingua, la propria religione, le proprie tradizioni, le proprie culture e le proprie usanze, come nella nostra classe, dove noi bambini italiani conviviamo con compagni turchi, albanesi, tunisini.
La comunicazione non è sempre stata facile soprattutto a causa della lingua che i compagni stranieri hanno dovuto imparare più tardi e con qualche difficoltà, ma una volta superato l'ostacolo della lingua, è stato piacevole confrontarsi con le loro abitudini e usanze.
Abbiamo scoperto che lavorare insieme non è solo più piacevole, ma anche vantaggioso. Quando riusciamo a comunicare, giocare e lavorare insieme, con la voglia e la pazienza di conoscere il pensiero degli altri, le cose vengono meglio.
Purtroppo ancora troppe persone ritengono che i bambini stranieri abbiano una marcia in meno di quelli italiani e che da adulti non potranno permettersi di realizzare nel lavoro e di avere comunque una vita dignitosa, solo perché li considerano diversi, di serie B. E' proprio la scuola la prima piccola società, nella quale i bambini stranieri entrano in contatto con i bambini italiani, che deve dare una svolta importante per favorire un inserimento e un'integrazione serena e positiva.
Siamo tutti uguali anche se diversi, non importa il colore della pelle, è meglio essere diversi perché sarebbe noioso essere tutti uguali
Dobbiamo rispettarci e vivere in pace.

(Alice, Anna, Valeria, Lucrezia)


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