Un racconto per amare di più la natura e meno il cellulare: "Il Bosco Incantato di Pixel" (creato da Copilot microsoft)

**Il Bosco Incantato di Pixel** C'era una volta un bosco incantato chiamato Pixel, dove gli alberi sussurravano storie antiche e i fiori danzavano al ritmo del vento. In questo bosco magico, viveva un piccolo folletto di nome Luce, che aveva il potere di far brillare le cose con un semplice tocco. Un giorno, Luce notò che i bambini del villaggio vicino passavano tutto il loro tempo a fissare dei piccoli rettangoli luminosi, chiamati cellulari, dimenticandosi di giocare all'aria aperta. Preoccupato, Luce decise di usare la sua magia per mostrare ai bambini la bellezza della natura. Con un pizzico di polvere di stelle, Luce fece sì che ogni cellulare mostrasse immagini del bosco incantato. Gli alberi sembravano così reali che i bambini sentirono il profumo del muschio e il canto degli uccellini. Incantati, misero da parte i cellulari e corsero verso il bosco. Arrivati nel bosco, i bambini scoprirono un mondo di meraviglie. Inseguirono farfalle arcobaleno, costruirono castelli di

Verifica di lingua italiana per la classe quinta della scuola primaria - II quadrimestre - Simulazione Invalsi

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Le lacrime del coccodrillo

Scendono a cascata le lacrime del coccodrillo dentro le acque del grande fiume. La luna osserva e ride. Chiede un po’ di luce al sole in ombra e fotografa l’immagine. Piange il coccodrillo, piange per la piccola e fragile gazzella che correva felice tra le rive del fiume. Non correrà più ora, non potrà più cibarsi della gustosa erbetta che cresce vicino alle acque del grande fiume. A questo pensiero le lacrime aumentano insieme al dispiacere ed alla tristezza infinita per quegli istanti di cattiveria. La faccia gialla scompare nel buio del cielo, si sente ancora più solo. Infine perde coscienza e giunge liberatore il sonno. Dorme per poche ore, lo risveglia un flebile raggio di luce. E’ iniziato il cammino dell’alba. La prima sensazione è quella di un grande vuoto. Brontola sempre di più il suo amico stomaco e chiede di essere riempito. Come ogni mattina, a quel segnale, non può in alcun modo dire no; entra dentro al cespuglio più folto e vicinissimo al fiume. Aspetta. Ecco che tende verso l’azzurro del cielo le enormi fauci, mentre l’acquolina scorre generosa tra due magnifiche fila di denti affilati ed aguzzi. Ora è pronto per il salto, com’è bella la tenera gazzella! Si alza e ricade; lo stomaco tace. L’alba termina il suo cammino, è luce piena. Il coccodrillo si addormenta. Riapre gli occhi nel buio della notte. E’ triste, si immerge lentamente tra le acque del fiume che lo accolgono e lo confortano. Piange e ripensa alla giovane e tenera gazzella, a come gustava felice la gustosa erbetta. Non sa darsi pace e soffre, soffre per la malvagità che ha dentro. Infine, stanco, sfibrato dalle emozioni del giorno, si addormenta. Lo avvolge la calda coperta dell’acqua e della melma. La luna osserva e ride.

Ercole Bonjean









Testo e costruzione della prova di verifica di Ercole Bonjean

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