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Quella volta mi sono sentito proprio soddisfatto perché...
Era una mattina come tante altre, mi ero lavato, mi ero vestito ed ero andato a scuola.
Quando arrivai in classe vidi che c'era un clima diverso e che i compagni presenti erano pieni di emozione perché quel giorno avremmo nuotato nel mare della fantasia con tutti i personaggi creati dall'immaginazione... dovevamo scrivere la nostra prima favola.
Il maestro ci dettò uno schema, da sviluppare per creare la nostra favola.
Scrivemmo per ore ma alla fine ottenemmo un bel risultato. Andammo a correggere la storia con il batticuore ed il maestro ci fece tanti complimenti.
Quel giorno rimasi molto soddisfatto perché avevo scritto una storia, per me, fantastica. E indovinate un po' come si chiamava il protagonista della storia: Hercules!
Quella volta l'ho combinata veramente grossa...
Era un giorno felice nella mia casa perché mio padre aveva appena finito i pitturare il muro della sala e così, per festeggiare, andò a comprare dei pasticcini.
Io appena provavo ad avvicinarmi alla sala, venivo subito richiamato dalla mamma che veniva a prendermi perché aveva paura che toccassi il muro.
Io, che non capivo, mi chiedevo sempre:
“Perché non mi fa entrare?”.
Poi mi mise nel mio letto e mi disse:
“Non uscire di lì”.
Io, non mi mossi dal letto finché non arrivò mio papà e quando arrivò portò con sé anche i pasticcini. Ne diedero tre a me, e io, che non sapevo cosa fossero, provai a lanciarne uno nel muro appena pitturato.
Li lanciai tutti e tre e risi dal divertimento. A mio padre toccò ripitturarlo e mia madre mi spiegò che i dolci si mangiano e non si tirano.
Quella volta non avevo eseguito i compiti e avevo paura che...
Una volta la maestra Tilde assegnò alla classe il seguente compito :
“Studia le regole sulle unità di peso sul quaderno”.
Io dimenticai di studiarle e così a scuola rimasi impietrito appena la maestra Tilde arrivò perché avevo paura di prendere un bruttissimo voto.
Prima, la maestra Tilde, interrogò la classe sulle misure di peso, poi su quelle di lunghezza e infine sulle regole.
Interrogò per prima la fila della finestra, poi le due centrali e infine quella della parte dove ero seduto.
Io ascoltai con interesse le interrogazioni dei miei compagni e riuscii ad imparare tutta la lezione e così quando la maestra Tilde mi interrogò, regola per regola le dissi tutte.
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