Il Natale a scuola: racconti, poesie, filastrocche, temi, leggende, percorsi educativo didattici di apprendimento per l'analisi, la comprensione, l'interpretazione del testo

  Il Natale a scuola Le festività del Natale offrono molti spunti sia dal punto di vista didattico, sia educativo. Molto spesso si dice che la scuola italiana non sia al passo coi tempi. Bene, ritengo invece che in alcuni casi sia meglio che la scuola  non si uniformi , non diventi lo specchio deformato di una realtà  volta all'immagine  più che  alla   sostanza ,  alla forma  più che  al contenuto . In particolare le festività natalizie sono diventate principalmente un affare commerciale e diventano l'esatto contrario dell'autentico messaggio di pace e d'amore. E' il momento quindi di andare  contro corrente  e ritornare al significato etimologico della parola Natale che significa  nascita , nascita di Gesù, ed esprime valori universali condivisibili dai credenti e dai non credenti: la pace, l'uguaglianza nella diversità, l'amore per se stessi e per gli altri, la solidarietà, sono valori dell'uomo in quanto tale.  I bambini risponderanno in modo positiv

Concordanza soggetto predicato, l'enunciato minimo: spiegazione ed esercizi di logica. - Scheda stampabile dell'unità didattica





















Scoprire l'importanza della concordanza tra soggetto e predicato.

L'illustrazione ci suggerisce la frase:
  • I bambini giocano con la palla.
L'enunciato minimo è > I bambini giocano.
Il predicato giocano indica che l'azione del giocare viene compiuta da più di una persona sola predica, cioè, di un soggetto di numero plurale.
Infatti i bambini del disegno sono due, rappresentano un soggetto di numero plurale. 

In sintesi

Il soggetto ed il predicato, soggetti base della frase, devono sempre concordare nel genere e numero.

Attività

Ricerca gli enunciati minimi (EM) e stabilisci se sono di numero singolare o plurale.
  1. Stefano scherza volentieri.
  2. Giorgia passeggia per il viale.
  3. Agnese e Sara hanno sistemato i banchi.
  4. Cristiano disegna con Francesca.
Ricerchiamo l'enunciato minimo:
  1. Stefano scherza > singolare
  2. Giorgia passeggia > singolare
  3. Agnese e Sara hanno sistemato > plurale
  4. Cristiano e Francesca disegnano > plurale
Trasforma al plurale i seguenti enunciati minimi:
  1. Il passero cinguetta.
  2. La penna è caduta.
  3. La goccia cade.
  4. La rondine sfreccia.
Trasformo le frasi al plurale:
  1. I passeri cinguettano.
  2. Le penne sono cadute.
  3. Le gocce cadono.
  4. Le rondini sfrecciano.
Analizziamo ora la frase:
  • Il papà ride.
La frase minima ha significato chiaro, logico, corretto. E'una frase perché il predicato lega bene con il soggetto.
Sostituendo il soggetto il papà con il soggetto il muro abbiamo:
  • Il muro ride.
E' una comunicazione divertente, ma che non si verifica nella realtà. Qualcosa non va. La frase risulta corretta nella forma, ma non nel significato: non è logica.
Analizziamo meglio la situazione:
  • C'è un predicato e c'è un soggetto, non ci sono errori grammaticali, eppure la frase non funziona.
  • L'elemento di disaccordo è nel significato.
Il predicato, infatti, non ha alcuna relazione di significato con il soggetto.
La comunicazione è chiara, corretta, ma non è logica: è una non frase.

Ancora:
  • Tanti bambini è entrato in classe.
L'EM è formato da: tanti bambini > soggetto, è entrato > predicato.
Ci si accorge subito che non c'è accordo nella frase perché il predicato è di numero singolare, il soggetto è di numero plurale.
Nell'enunciato minimo c'è disaccordo grammaticale. Anche in questa situazione si ha una non frase perché la comunicazione è scorretta.
  • Tanti bambini sono entrati in classe.
Ora c'è accordo grammaticale tra soggetto e predicato: la frase è corretta.

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Obiettivo precedente

Anche nella frase:
  • La mia bello mamma mi accompagna a casa.
C'è una parola che crea disaccordo grammaticale. E' l'aggettivo bello. Infatti la desinenza o dà un'informazione sul genere: indica cioè una qualità di genere maschile che non concorda, però, con il nome a cui si riferisce: mamma.
Pertanto, la frase risulta inaccettabile perché l'aggettivo deve sempre concordare con il nome a cui si riferisce. Anche questo è un caso di non frase.

Ecco un'ultima frase:
  • Suona la bene chitarra Giulia.
La frase non è chiara, proviamo a darle ordine ricercando l'enunciato minimo. Si avrà:
  • predicato > suona > chi suona? Giulia
  • soggetto > Giulia
L'enunciato minimo è: Giulia suona. L'EM è chiaro, logico, corretto.
E, di seguito, sistemando le altre parole si avrà:
  • bene > risponde alla domanda > come? complemento indiretto. La chitarra > risponde alla domanda > che cosa? > complemento oggetto.
Ora possiamo costruire la frase:
  • Giulia suona bene la chitarra.
La frase funziona perché le parole sono in ordine.
La frase di partenza presente un disaccordo d'ordine quindi è una non frase perché le parole sono in disordine.

In sintesi

Una serie di parole si può definire frase solo quando:
  • Esiste un ordine tra le parole stesse.
  • Il verbo mette in relazione logica gli elementi, il verbo si accorda con il soggetto nel numero.
  • Tutti gli elementi sono corretti dal punto di vista grammaticale.
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Nel sito di didattica per la scuola primaria sono presenti numerosi post relativi all'analisi logica con la spiegazione del soggetto di una frase, del predicato verbale e nominale, di tutti i complementi e le prove di verifica. Accanto alla definizione di ogni singola parte troverete utili esercizi, da proporre alle bambine ed ai bambini, svolti a scuola. Eccovi l'elenco dei link a disposizione:

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