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Tema
Mancano
oramai pochi giorni all'esame di licenza elementare: i timori, i
dubbi, qualche certezza. Ecco come me lo immagino.
E'
la mattina del 15 giugno. “Drin”; sento la sveglia che inizia a
suonare per dirmi di svegliarmi per andare a scuola per la prova
dell'esame. Obbedisco al suo ordine preparandomi in fretta e furia.
Mia
mamma mi accompagna a scuola: appena esco dalla macchina mi dice di
non preoccuparmi per il tema.
Camminando
lentamente mi avvio verso la scuola: “Ciao Cri!”; è Luisa:
insieme a lei mi dirigo verso la classe ed entro salutando il maestro
Ercole.
Ho
sempre avuto paura dell'esame: non l'ho mai detto al maestro, ma ora
è troppo tardi; aspetto ansiosa i titoli dei temi, che vengono
scritti alla lavagna dopo qualche minuto.
Tranquilla,
inizio a svolgere il tema, preparando prima uno schema sui
personaggi, sull'ambiente, sul problema, sulla soluzione del problema
e sulla conclusione; proprio come quando lo svolgiamo ogni giovedì a
scuola.
La
trama è pronta: scrivendo in brutta copia cerco di arricchire con
idee e creando un bel finale.
Dopo
le tre ore trascorse consegno il tema: ho un po' di paura perché non
saprò il voto, però ho svolto l'elaborato con coerenza quindi non
devo preoccuparmi.
La
seconda prova è quella del problema sulla spesa, sul ricavo e sul
guadagno, ma non mi preoccupo perché ho ripassato tutte le regole di
matematica.
Suona
la campanella della scuola: è ora di andare a casa. I miei genitori
mi chiedono com'è andata la giornata scolastica: rispondo dicendo
che non vedo l'ora, nonostante un po' di paura, che venga il giorno
successivo per dimostrare al maestro la mia maturità.
Il
giorno dopo, arrivata a scuola, mi prende la paura di non ricordarmi
niente e di non riuscire a leggere il mio libro.
Il
maestro mi chiama alla cattedra: alzandomi mi viene un po' di timore,
ma mi ricordo le sue parole: “Andate con calma, a voce alta:
leggete in modo chiaro”.
Inizio
a spiegare perché il libro mi è piaciuto.
Viene
il tempo della prova di grammatica e della logica: non riesco a
calmarmi; anche se so bene queste due materie, l'emozione è molta.
Mi viene quasi da piangere.
Spiego
cosa indicano alcune parti della grammatica, come i pronomi relativi
e le locuzioni avverbiali, facendo degli esempi. Vedo il maestro
abbastanza soddisfatto: anch'io lo sono, di me stessa.
Seguì
un'interrogazione su varie materie, con risultati buoni.
L'esame
è ormai finito.
Penso:
“Sono dispiaciuta di lasciare la mia scuola, ma in un certo senso
sono contenta di andare alle medie per conoscere e approfondire le
materie svolte nei meravigliosi anni delle elementari.
Cristina,
classe quinta
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