"I due volti della Pasqua" poesia di Ercole Bonjean

Le terribili tragedie delle guerre in Ucraina e in Palestina, la recente orribile strage a Mosca, fanno riflettere su quanto sia importante vivere in pace e superare ogni tipo di barriera che possa essere d'ostacolo alla libertà d'ogni popolo della Terra. L'arte, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, tutto ciò che è cultura, può aiutare a combattere la la guerra e ogni forma di violenza, a formare cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. La scuola può pertanto fare molto per formare coscienze libere: " la libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare". Quant'è vera questa affermazione di Piero Calamandrei! Ce ne accorgiamo in questi giorni in cui tutte le nostre sicurezze sono messe in forse e "l'aria comincia a mancare". Mi rincuora vedere, in questi giorni di disperazione, quanta solidarietà sia nata in tutto il mondo a favore di chi è stato colpito da un'immane violenza

La divisione in sillabe, gli accenti, la maiuscola e la minuscola, la punteggiatura. - Schede stampabili e gratuite.

<
La musica della parola
Mi piace pensare ai vari segni della punteggiatura come alle pause di uno spartito musicale nel quale le parole sono le note e i segni d’interpunzione le pause, i tempi dell’opera. Il compositore è libero di creare musica come desidera; mentre compone l’opera suona il pianoforte e sovente cambia le pause, talvolta cambia le note, e la musica cambia. E’ ciò che avviene quando si scrive, se sposti una virgola cambia il senso di quanto vogliamo affermare. La grammatica non può dettarci una regola che non ha regola. Sta a noi valutare attentamente quando occorra o meno inserire nello scritto il segno che ci sembra più adatto allo scopo. Il buon senso e la logica sono la regola non scritta a cui dobbiamo fare riferimento.
Come si scrive?   
                                                                         
Come si scrive la parola rocce? Maestro guardi ho trovato un errore d’ortografia sul nostro libro di lettura! Perché il cielo è azzurro? Cosa significa la parola obsoleto? Ringrazio il bambino che mi pone la domanda per rassicurarlo e metterlo a suo agio. Il dubbio è sinonimo di intelligenza e chi non ha mai dubbi è sfortunato; non potrà mai assaporare la bellezza di vivere nella sua interezza.  

La mia prima interrogazione 

Se sposto le lancette dell’orologio nella side bar del sito a destra, sì proprio quello, quell’affare rotondo azzurrino, che ogni giorno che passa diventa sempre più antipatico, di qualche milione di giri verso sinistra mi ritrovo al mio primo giorno di scuola. Trentasette anni fa ero già nella scuola elementare di piazza Roma, un pivello di ventidue anni allo sbaraglio. Fu in quell’occasione che presi un brutto voto, che non è detto  sia negativo in assoluto; è anche possibile che diventi un efficace antidoto all’ignoranza. Ero emozionatissimo e i bambini lo colsero al volo. Non sapendo cosa fare ebbi la malaugurata idea di sollecitarli a condurre la lezione. Dopo le presentazioni di rito li stimolai in questo senso. “Sono qui solo per oggi, perciò approfittatene per pormi qualche domanda, sarò lieto di potervi essere utile”. Due fari neri si accesero all’improvviso in contemporanea ad una bella fila di denti bianchi che si aprirono in un sorriso furbetto: “Ho sempre il dubbio su come si scrive la parola ciliegia al plurale, ci può spiegare quando occorre la i e quando  invece non si deve mettere?”. Ciliegie o ciliege? E perché? Sicuro risposi: “Beh, è molto semplice ciliegie e non ciliege”. La bambina mi contraddisse subito: “Anch’io pensavo fosse così, ma sul nostro libro di lettura c’è proprio scritto ciliege e non ciliegie”. Cominciai a sudare freddo ed ora avevo 25 fari puntati dentro ai miei. Per riparare all’errore, come spesso capita, ne feci uno peggiore. “Può anche succedere che sul libro vi siano degli errori”. Trascorsero alcuni secondi di quelli molto lunghi e poi all’unisono “Ci spieghi la regola” . La sapevo ma a quel punto non ero più sicuro di niente. Me la cavai proponendo alla vispa scolaresca di anticipare l’intervallo di circa un’oretta. Non si fecero pregare molto e si gettarono sulle focacce dimenticando, grazie a Dio, le ciliegie o le ciliege.
La regola
A distanza di 37 anni rispondo alla domanda della bambina. Non è errore né scrivere ciliegie, né scrivere ciliege, come è corretto scrivere provincie o province. Entrambe sfuggono alla regola che normalmente ci guida in caso di ragionevole dubbio. Le parole che sono precedute da vocale nella forma al plurale mantengono la i quindi avremo camicie, grigie, valigie. Le parole precedute da consonante perdono la i; avremo quindi rocce,  lance, piogge. Seguono la stessa regola anche le parole che terminano in scia; avremo quindi nella forma plurale di coscia – cosce, di fascia – fasce, di striscia – strisce.   

Ercole Bonjean  ©
   












Visualizza e stampa con Google Docs

Link correlati:


grammatica

esercizi di grammatica

Commenti

I vostri preferiti degli ultimi sette giorni

"Arriva la primavera" - Dettato - Analisi, comprensione, ed interpretazione del testo

Esercizi di analisi grammaticale per la classe quinta

Verifica di analisi grammaticale per la classe quarta della scuola primaria. - Schede stampabili

La primavera

La primavera: analisi e comprensione del testo di racconti, poesie, testi di vario tipo - Schede didattiche per la scuola primaria

Racconto di Pasqua: tema con schema di lavoro : "Il coniglio Pasqualino".

Esercizi di analisi grammaticale per la classe terza della scuola primaria - Schede stampabili

Il paese delle uova di cioccolato - Analisi del testo

"I due volti della Pasqua" poesia di Ercole Bonjean

Poesia: "Pasqua" di Maria Albina Scavuzzo