Un racconto per amare di più la natura e meno il cellulare: "Il Bosco Incantato di Pixel" (creato da Copilot microsoft)

**Il Bosco Incantato di Pixel** C'era una volta un bosco incantato chiamato Pixel, dove gli alberi sussurravano storie antiche e i fiori danzavano al ritmo del vento. In questo bosco magico, viveva un piccolo folletto di nome Luce, che aveva il potere di far brillare le cose con un semplice tocco. Un giorno, Luce notò che i bambini del villaggio vicino passavano tutto il loro tempo a fissare dei piccoli rettangoli luminosi, chiamati cellulari, dimenticandosi di giocare all'aria aperta. Preoccupato, Luce decise di usare la sua magia per mostrare ai bambini la bellezza della natura. Con un pizzico di polvere di stelle, Luce fece sì che ogni cellulare mostrasse immagini del bosco incantato. Gli alberi sembravano così reali che i bambini sentirono il profumo del muschio e il canto degli uccellini. Incantati, misero da parte i cellulari e corsero verso il bosco. Arrivati nel bosco, i bambini scoprirono un mondo di meraviglie. Inseguirono farfalle arcobaleno, costruirono castelli di

La maestra Rosi

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Maria Pia (tratto dal libro "Il maestro sembra un clown" ed. CEI 1996)

Rosi Frivolo è ora madre di tre bambini: Marta, Paolo, Simone. Maria Pia aveva visto giusto, anche se per amore dei figli la maestra Rosi ha dovuto rinunciare all'insegnamento. Il 1996 fu l'ultimo anno di lavoro nella scuola, ha dovuto scegliere, ha scelto la famiglia ed ha fatto bene anche se il rammarico rimane. Grazie.


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Commenti

  1. Caro Ercole,
    pubblicando questo tema mi hai fatto ricordare quel tempo, ormai non più vicinissimo, in cui ho vissuto una delle più belle e importanti esperienze della mia vita: fare la maestra!
    L'esperienza è stata breve, troppo, appena sei mesi, poi è arrivato un altro lavoro...i figli, ma l'atmosfera e direi la "magia" di quanto vissuto in quelle due classi di terza elementare, resteranno un ricordo indelebile nel tempo, come l'abbraccio finale che tutti quei bimbetti mi regalarono all'uscita della scuola dopo il mio ultimo giorno di lavoro in quelle classi....
    Spesso mi sono ritrovata a dire, ricordando quel periodo, che fare l'insegnante è un "lavoro" faticoso, in cui devi dare tanto, però quello che ricevi da queste piccole persone che si affacciano alla vita è incredibile!!
    C'è solo un requisito, ma essenziale, per vivere tutto ciò: la passione per questa professione, come quella che traspare in tutto quello che tu stai realizzando!
    Grazie....adesso anche da mamma, Rosy.

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  2. Nel mio lavoro ci sono molte rose, ma anche molte spine. Per quel che riguarda la cosa che più conta e per la quale sono pagato, male, ma pagato, i bambini,sono d’accordo con te. Tuttavia ci sono parecchie spine che in questi 36 anni di lavoro arrivano direttamente da Roma, dal Ministero dell’istruzione che ci chiedeva di non istruire: niente grammatica, niente temi, niente voti, niente tabelline, niente di niente. Anno dopo anno, in un crescendo rossiniano di sofferenze, sono arrivate le più strampalate e cretine teorie delle scuole pubbliche americane. Le statistiche OCSE ci dicono che siamo tra i più ignoranti del globo e ci rendiamo conto del perché tante famiglie ricorrono al CEPU (anche se personalmente credo serva a ben poco). Tutto questo quando l’America l’avevamo in Trentino Alto Adige, bastava osservare quel modello scolastico, troppo semplice?
    Cara Rosi mi fermo qui. Grazie per essermi stata sempre vicina in questi anni, anche dopo quel lontano 1996 quando mi lasciasti come collega per ritornare come mamma di due miei alunni (non gemelli), un’ottima mamma, i risultati non nascono dal caso.

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